Il report della Banca d'Italia: in Sicilia il Pil cresce dell'1,3 per cento

Il report della Banca d’Italia: in Sicilia il Pil cresce dell’1,3 per cento

Occupazione e bassa inflazione aiutano reddito
I DATI 2024
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PALERMO – In Sicilia, nel 2024, l’occupazione è cresciuta del +4,6%, in misura più intensa rispetto a quanto è avvenuto in Italia (+1,5%) e nel Mezzogiorno (2,2%). Lo dice il rapporto della Banca d’Italia sull’indicatore economico della Regione nel 2024.

Più incremento del lavoro autonomo

All’incremento hanno contribuito sia il lavoro autonomo sia, in misura più contenuta, quello alle dipendenze; nel settore privato il saldo tra assunzioni e cessazioni è stato positivo, anche se di entità inferiore a quanto registrato l’anno precedente. Il tasso di occupazione, per la popolazione tra 15 e 64 anni, è aumentata portandosi al 46,8% (62,2% in Italia). Ne è conseguito un calo del tasso di disoccupazione. Infatti, il numero delle persone in cerca di occupazione si è ridotto in misura consistente, di conseguenza ne deriva un calo di tre punti percentuali del tasso di disoccupazione (al 13%), che tuttavia risulta ancora circa il doppio della media nazionale.

I lavoratori più qualificati aumentano

L’aumento dell’occupazione osservato negli ultimi anni ha riguardato anche i lavoratori più qualificati, che però in regione continuano a rappresentare una quota più bassa rispetto alla media del Paese. Queste professionalità sono quelle che nei prossimi anni potrebbero essere maggiormente esposte all’impatto della crescente diffusione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. 

Occupazione e inflazione contenuta sostengono il reddito

L’andamento positivo del mercato del lavoro ha sostenuto il reddito delle famiglie siciliane che, grazie al contenuto livello di inflazione, secondo le stime della Banca d’Italia, è cresciuto in termini reali dell’1,8%, circa mezzo punto percentuale in più della media nazionale.     

Il terziario il settore più performante

L’occupazione cresce di più nel settore terziario, segue l’industria e non cresce nell’agricoltura. La spesa per i Comuni siciliani è aumentata dell’1,4%, un valore superiore di quasi un punto percentuale sulla media nazionale. I prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere allo stesso ritmo del 2023 (1,5%), sostenuti dal credito al consumo (4,8%). Le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni, dopo il calo del 2023, hanno ripreso ad aumentare, sospinti nella seconda metà dell’anno dal calo dei tassi di interesse. 

La Sicilia e il Pnrr

In base alle informazioni disponibili a Banca d’Italia, oltre i quattro quinti delle risorse del Pnrr (4,3 su 3,7 miliardi di euro di tutte risorse fino al 2024) assegnate ai soggetti attuatori per le opere pubbliche, risultano aggiudicati; i lavori avviati o conclusi erano pari a poco meno della metà delle gare espletate.      

Più spesa degli enti territoriali

Nel 2024 le spese degli enti territoriali siciliani sono cresciute dell’8,8%, riflettendo l’aumento della spesa corrente primaria in tutte le sue componenti. È invece diminuita quella in conto capitale (-1,9%), in particolare i contributi alle famiglie e alle imprese e gli investimenti fissi che, dopo la forte espansione registrata nel 2023, si mantengono ancora su livelli elevati nel confronto storico.      

Più entrate per Comuni e Regione

Sono inoltre ulteriormente aumentate rispetto all’anno precedente le entrate dei Comuni e della Regione (+7,3% e +14,9%). Si è pure registrato un miglioramento delle loro condizioni finanziarie, anche se viene evidenziata la fragilità dei Comuni per il perdurare della bassa capacità di riscossione e delle limitate basi imponibili.


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