Il rettorato una tela bianca per le vittime della mafia - Live Sicilia

Il rettorato una tela bianca per le vittime della mafia

Il Covid ferma i cortei, ma non ferma la memoria. Tante le iniziative di Libera a Catania.
LA COMMEMORAZIONE
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CATANIA – Ancora una volta senza cortei e striscioni. Ancora una volta senza potersi tenere per mano. Ancora una volta senza potersi abbracciare. Per il secondo anno consecutivo – a causa del Covid-19 – le celebrazioni per la Giornata della Memoria e dell’Impegno e del ricordo delle vittime innocenti delle mafie saranno “a distanza”. Ma non per questo meno forti e sentite. 

Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie torna con la manifestazione dal tema “A ricordare e rivedere le stelle” che unisce – nel 700° anniversario della morte di Dante Alighieri – la memoria e la cultura. 

In luoghi e in modi diversi si svolgerà la (ormai) tradizionale lettura dell’elenco delle 1031 vittime innocenti delle mafie. Già questa mattina al Teatro Stabile “Giovanni Verga” di via Fava personalità della cultura e del mondo dello spettacolo si sono alternati due alla volta in una sala completamente vuota. Dalle 19 di questo pomeriggio i nomi delle vittime saranno proiettati sulla facciata del rettorato dell’Università di Catania. 

Una giornata – che si celebra domani 21 marzo – che nasce dal dolore di una mamma, Carmela, che ha perso il figlio, Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone, nella strage di Capaci. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.

“L’attuale emergenza epidemiologica da Covid-19 impone a tutti noi scelte personali e collettive che limitino la diffusione del virus e proprio per questo responsabilmente non promuoviamo, come abbiamo sempre fatto, grandi manifestazioni, ma sentiamo il dovere di vivere dei momenti celebrativi per rinnovare la memoria e il nostro impegno”, spiega in una nota Dario Montana, referente della memoria del coordinamento di Catania di Libera e fratello del commissario Beppe Montana, dirigente della sezione catturandi Squadra mobile di Palermo assassinato da Cosa Nostra nel 1985.

Anche la Cgil celebra questa importante giornata ricordando i tanti sindacalisti che hanno perso la vita lottando contro la mafia. Una lotta che oggi non deve “essere scambiata per retorica – evidenziano il segretario Giacomo Rota e la responsabile legalità Pina Palella –  perché sono le pratiche concrete che fanno la differenza”.

Tra le mille vittime della mafia, alcune sono morte tra le strade catanesi. Il loro sangue non va dimenticato. Ecco i loro nomi: Alfredo Agosta, Cosimo Aleo, Giovanni Bellissima, Carmelo Benvegna, Luigi Bodenza, Salvatore Bologna, Antonino Lodovico Bruno, Giuseppe Agatino Cannavò, Serafino Famà, Pippo Fava, Fabio Garofalo, Domenico Geraci, Alfio Camillo Giuga, Vincenzo Leonardi, Giovanni Lizzio, Domenico Marrara, Filippo Parisi, Salvatore Pellegrino Pratella, Giuseppe Puglisi, Alessandro Rovetta, Giuseppe Sapienza, Antonino Spartà, Pietro Vincenzo Spartà, Salvatore Spartà e Francesco Vecchio.


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