"Raciti e D'Alia bocciati | Crocetta si impegni di più" - Live Sicilia

“Raciti e D’Alia bocciati | Crocetta si impegni di più”

La cena, il 'patto dei ricci', il rimpasto, Crocetta. Tutto un calderone. Marco Forzese parla a cuore aperto con Livesicilia. E si spiega, con una premessa: "Fiumefreddo non si tocca".

 

Le pagelle di Forzese
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4 min di lettura

PALERMO- La ventura delle cose e degli uomini spesso si decide a tavola. Così pare che sia stato anche per le sorti dei rimpastini, delle sotto-poltrone e dei dintorni. In una cena alle Antiche Mura, davanti a un piatto di pasta con i ricci – secondo voci di cucina – si sono incontrati il presidente Rosario Crocetta, Davide Faraone, inossidabile plenipotenziario di Renzi in Sicilia, Totò Cardinale, comandante buono per molte stagioni e altri. Sembra che abbiamo siglato appunto il patto dei ricci (che forse erano linguine all’arrabbiata).

C’era anche Marco Lucio Forzese, battagliero deputato catanese, assurto ancor più alla celebrità, negli ultimi tempi, per la frase: “Se Crocetta mi fa assessore, mi dimetto da deputato”. Forzese è stato al centro di tanti discorsi, protagonista di una ‘sciarra’ con Cardinale i Drs per reciproci appetiti assessoriali, a quanto si racconta. Alla cena c’era. E’ sgattaiolato via in anticipo e non ha mangiato. D’obbligo chiedergli perché.
Avvertenza: le risposte iniziali sono porzioni abbondanti. Via via si assottigliano per comprensibile stanchezza. Diventano secche, quando si arriva ai voti. La parola più gettonata è “Crocetta”.

Onorevole, che è successo alla cena?
“Sono arrivato e me ne sono andato subito, alle nove e mezza. Non ho incontrato né Crocetta, né Faraone”.

I ricci non erano buoni?
“Me ne sono andato perché non condivido questi tipi di incontri. La gente è stanca di tavolini e sedie e quant’altro. Dobbiamo lasciare tranquillo Crocetta per un governo che dia risposte alla Sicilia. Invece vedo in giro meccanismi della vecchia politica. Lancio un appello: diamo fiducia a Crocetta, i partiti facciano un passo indietro. Le elezioni le ha vinte lui. E poi sono pure a dieta”.

Lei ha fiducia nel presidente?
“Ha il diritto di dettare la linea, di portare avanti la rivoluzione come a Gela. Qualcuno intralcia e confonde la vera politica con l’appartenenza. Ho telefonato a Crocetta, gli ho spiegato le mie ragioni e gli ho chiesto scusa”.

Ma alla cena era stato invitato, no?
“Pensavo che fosse qualcosa di diverso, poi ho capito l’antifona. Siamo alla conta. Io ho tot parlamentari tu ne hai tanti… Io ho solo un parlamentare: sono io, mi rappresento da me. Sono con Crocetta per quello che ha fatto, perché è la rivoluzione”.

Si avverte un filo di amarezza nella sua voce…
“Un po’, lo confesso. Crocetta è un uomo perbene, ma impiega giornate intere, incontrando chi non gli permette di andare avanti. Vuole un esempio? Sui direttori. Prima ci lamentavamo perché i commissari della Sanità erano nominati dal precedente governo. Ora si pensa addirittura all’impugnativa. Sono sicuro che il presidente ha scelto i migliori, guardando i curricula”.

Sicuro sicuro?
“Sì. Se affonda Crocetta affondiamo tutti. Il tempo delle vacche grasse è finito. Abbiamo abolito le province per primi. Adesso è tutto fermo. Siamo bloccati, col rischio di non approvare la manovra. Che cosa gli raccontiamo ai siciliani?”.

Lei che propone?
“Dobbiamo dare forza a Crocetta che ha condotto alla vittoria il centrosinistra e ce lo dimentichiamo. Io non voglio mettere in croce nessuno. I partiti devono fare sul serio un passo indietro. E quando si parla di nomi e di professionisti per la giunta, bisogna stare attenti con i giudizi. Per esempio io non ho mai attaccato Bianchi, un assessore di grande rigore. Io rappresento me stesso. La politica deve fornire risposte concrete, anche ai lavoratori della Formazione”.

Chiarissimo. Crocetta avrà pure compiuto qualche sbaglio.
“Si è mosso benissimo. Non condivido quando dà molto rispetto, troppo, ai partiti. Lui non deve tenerne conto, per realizzare un governo del presidente. Abbia il coraggio di essere un uomo completamente libero”.

Un governo del presidente con Marco Lucio Forzese?
“La mia era una battuta, una provocazione. Se qualcuno vuole fare l’assessore, allora si dimetta da deputato. L’assessore si fa a tempo piano senza altre pretese. Una cosa aggiungo: Fiumefreddo (il candidato forzesiano per il rimpasto, ndr) non si tocca”.

Insomma, lei alla poltrona non ci tiene.
“Era una provocazione, non per me”.

Che assessorato le piacerebbe, così, tanto per dire?
“Io? Io, grazie al mio amico Ardizzone, non ho nemmeno una commissione d’appartenenza”.

Suo amico?
“Sono ironico”.

Se le capitasse?
“Potrei essere un ottimo assessore alla Famiglia. Non ho questa pretesa”.

Fa un passo indietro?
“Appunto”.

Come si è mossa la giunta?
“Ha lavorato bene, è stata subito massacrata dalla politica. Tre o quattro assessori sono stati da dieci. Altri da otto e da nove”.

Chi promuove?
“Lucia Borsellino è bravissima, mi ha colpito. Una persona preparata e molto carismatica. Bravissima Ester Bonafede, bravissimo Cartabellotta. Penso pure a Linda Vancheri, veramente brava”.

Visto che diamo le pagelle, diamole per tutti.
“D’accordo”.

Davide Faraone?
“Sei, perché ritengo che quando si affronta qualcosa di serio, come fa lui con Renzi, è necessaria la coerenza”.

Non granché come giudizio, come mai la sufficienza?
“Davide è mio amico”.

Fausto Raciti, giovane segretario del Pd?
“Cinque. E’ un ragazzo brillante, ma deve liberarsi da un certo tipo di vecchia politica. Ha comunque un futuro”.

Gianpiero D’Alia?
“Cinque. Uno che perde deputati in continuazione e che è diventato ministro per un colpo di fortuna”.

Totò Cardinale?
“Cinque e mezzo. E’ sempre l’uomo del momento, lo riconosco. Ora dia una mano a Crocetta”.

Ecco, il primo della classe, dulcis in fundo: Rosario Crocetta?
“Sette più. E’ una persona fantastica, di grande valore, è….”.

… Così poco, onorevole Forzese?
“Deve fare il governo del presidente”.

L’alunno è intelligente, ma si impegni di più.
“E io gli darò otto”.

 

 

 

 


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