Si spacca anche il centrodestra | Musumeci striglia i "colleghi" - Live Sicilia

Si spacca anche il centrodestra | Musumeci striglia i “colleghi”

La Lista Musumeci ha votato no al mega-mutuo, al contrario di Forza Italia, Ncd e Cantiere popolare. L'ultimo candidato alla presidenza: "Dobbiamo chiarirci le idee o rischiamo di apparire ambigui. Gli uomini di Cuffaro e Alfano sono al fianco di Crocetta". Falcone: "Nessun ostruzionismo, ma questo governo non ci piace". D'Asero: "Abbiamo migliorato quella legge".

PALERMO – “Il centrodestra siciliano deve chiarirsi le idee”. Nello Musumeci, di quel centrodestra, è stato l’ultimo candidato alle elezioni regionali. Bruciato da Rosario Crocetta, il governatore che in queste settimane ha ulteriormente “spaccato” i partiti della sua maggioranza. Ma non solo. Dopo la votazione del ddl “salvaimprese”, infatti, le divisioni hanno riguardato anche le forze politiche dell’opposizione. Quelle “spalmate”, oggi, in quattro differenti gruppi parlamentari. Mentre Forza Italia, Nuovo centrodestra e Cantiere popolare hanno scelto la via della “responsabilità”, non ostacolando l’iter del mutuo e scegliendo la via dell’astensione dal voto, la Lista Musumeci ha ribadito il proprio “no” al ddl.

“Per carità – precisa Nello Musumeci – le imprese vanno pagate, e anche subito. Noi abbiamo però fin dall’inizio messo in discussione le coperture per quel mutuo: non si può ipotecare in questo modo il futuro dei nostri figli. Insomma – aggiunge – visto che da mesi sentiamo dal presidente Crocetta che questo governo ha tagliato di tutto, recuperando miliardi di euro, vorremmo capire perché non sono stati usati quelli”. E invece, ecco il mega-mutuo trentennale, approvato dall’Assemblea col voto contrario appunto della Lista Musumeci (oltre che del Movimento cinque stelle). Un “successo”, invece, il sì al “salvaimprese” rivendicato dagli altri partiti di centrodestra: “Diciamo che – commenta ironicamente Musumeci – il centrodestra siciliano è molto… plurale. Forse troppo”.

Già, dove sta andando il centrodestra? Qualcuno, a cominciare dal Movimento cinque stelle, ha parlato di “falsa opposizione”. Qualcun altro di “inciucio”. Insomma, berlusconiani e alfaniani hanno finito per ritrovarsi vicini nel sostegno al ddl fortemente voluto da Crocetta.

“Meglio chiarire una cosa – precisa però il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone – il nostro giudizio sul governo Crocetta rimane fortemente negativo. Abbiamo, tra l’altro, scelto di astenerci dal voto: non si tratta quindi di un sì al ddl. È anche vero però – aggiunge Falcone – che il governo ha dovuto accettare alcune delle nostre condizioni, poste in Commissione bilancio, a cominciare dall’abbassamento del tasso di interesse. Abbiamo quindi scelto solo di non fare ostruzionismo anche per non fornire alcun alibi al governo, che per noi resta il ‘governo della disperazione’”.

Un po’ lo spirito alla base del comportamento del Cantiere popolare: “Con atteggiamento di grande trasparenza e di responsabilità nei confronti della grave congiuntura economica e sociale, – ha detto infatti il capogruppo Toto Cordaro – e nell’esclusivo interesse dei siciliani, abbiamo offerto una tregua istituzionale sui due provvedimenti del ddl salvaimprese e della finanziaria bis, nella consapevolezza del grave disagio sociale dei forestali, dei precari e del mondo produttivo. L’accensione del mutuo è una scelta dolorosa. Il nostro obiettivo è quello di abolire l’aumento delle addizionali Irpef e Irap e tuttavia, a fronte di un nostro impegno, il Governo ci propone una riduzione nel 2017 e questa soluzione è per noi assolutamente inaccettabile e quindi, pur condividendo lo spirito e il percorso, abbiamo deciso di astenerci”.

Più soddisfatti, invece, i deputati del Nuovo centrodestra. In Aula, Pietro Alongi ha precisato che “non c’è nessun inciucio col governo”, mentre il capogruppo Nino D’Asero ha rivendicato l’abbassamento del tasso di interesse “che farà risparmiare milioni di euro l’anno ai siciliani”. Ma toni ancora più soddisfatti sono quelli espressi da Enzo Fontana, ex presidente della Provincia di Agrigento. Quella di Angelino Alfano.

“Il gruppo del Ncd all’Ars – ha detto Fontana – ha dimostrato senso di responsabilità in un momento di grave difficoltà della politica regionale, l’astensione è stato un segno di distensione nei confronti del Governo, per un provvedimento che comunque avrà una ricaduta positiva per la nostra regione”. Un segno di distensione nei confronti del governo. In un momento in cui, quello stesso governo stava affrontando grosse difficoltà per mettere insieme una maggioranza solida. E ha trovato invece l’atteggiamento “responsabile” del centrodestra.

“Un atteggiamento però – dice Nello Musumeci – che rischia di apparire poco chiaro ai siciliani. Intanto però una cosa voglio chiarirla io: non sono il capo dell’opposizione, come qualche organo di stampa mi ha erroneamente definito. Suscitando magari la reazione, seppur composta, di qualche collega. È un ruolo che non ho mai rivendicato”. E in effetti, in occasione del “salvaimprese” il suo gruppo si è anzi differenziato dal resto dalle altre forze politiche “amiche”.

“Credo che oggi il centrodestra siciliano – dice Musumeci – debba darsi una strategia ben definita. Non ha senso trovarci insieme solo nelle gandi occasioni. Non vorrei che l’equivoco nazionale abbia ricadute pure in Sicilia”. Insomma, il rischio che l’asse Alfano-Renzi a Roma possa tradursi in un avvicinamento tra Ncd e Crocetta a Palermo. “Temo – insiste Musumeci – che, non potendo andare al governo con Crocetta, qualcuno possa scegliere un ruolo un po’ ambiguo, difficile da comprendere. Per carità, l’opposizione deve essere sempre responsabile, ma non vanno mai confusi i confini tra l’opposizione stessa e la maggioranza. Se il centrodestra – prosegue Musumeci – parla il linguaggio della doppiezza genera solo confusione, dando la possibilità a gruppi come il Movimento cinque stelle, di attaccarci impropriamente, considerato che proprio loro, al contrario di noi, hanno votato a favore di due Finanziarie e della terribile riforma delle Province”.

Ma il problema “grillini” è secondario. Il pensiero di Musumeci va al centrodestra, “che dovrebbe ritrovarsi coeso unito, anche per creare le premesse per un’alternativa”. E invece, secondo Musumeci, è andato in una direzione opposta: “Diciamoci la verità – dice – i cuffariani fin dall’inizio stanno dentro il governo di Crocetta, e continuano a starci. Gli amici di Alfano sono al governo e anche nei vari uffici di gabinetto. Non è un problema dei cuffariani e degli uomini del Nuovo centrodestra, semmai di Crocetta, che vuole apparire libero da ogni condizionamento e invece sta solo garantendo la contiguità e continuità col passato, nei metodi e nelle persone”. Insomma, c’è qualcosa che non torna, in questo centrodestra siciliano: “Bisogna che quest’area politica – conclude Musumeci – definisca i propri contorni. Prima o poi bisogna decidersi a uscire fuori dall’equivoco”.


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