Il Silenzio davanti all'Albero | Il rito riaccende il ricordo - Live Sicilia

Il Silenzio davanti all’Albero | Il rito riaccende il ricordo

Migliaia di persone in via Notarbartolo, dove sono confluiti i cortei partiti nel pomeriggio. Piero Grasso ha letto tra gli applausi i nomi dei caduti a Capaci e via D'Amelio. Poi, alle 17:58, il Silenzio ha ricordato la tragica esplosione

Capaci, 21 anni dopo
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PALERMO – Piero Grasso dal palco scandisce uno per uno tutti i nomi delle vittime delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Un applauso lunghissimo accompagna l’elenco e si interrompe quando la tromba intona le prime note del Silenzio. Sono le 17:58 e davanti all’Albero Falcone ci sono migliaia di persone. Non solo giovani, i tremila scesi dalle navi stamattina, ma tanti cittadini che vengono a commemorare le vittime di Cosa nostra, ventun anni dopo il boato sche squarciò l’autostrada e la speranza dei siciliani onesti. Una folla densa e colorata, tra palloncini, gonfaloni e striscioni.

Sul palco, Maria Falcone accoglie i ragazzi con “l’abbraccio di Palermo”. I cortei partiti da via D’Amelio e dall’Aula bunker confluiscono in via Notarbartolo poco dopo le cinque, i ragazzi cantano “chi non salta mafioso è”. Arrivano Pietro Grasso e Laura Boldrini, accompagnata da Giovanni Ardizzone. I presidenti delle due Camere salgono sul palco, dove si esibisce Nicolò Fabi, ma cantano anche i ragazzi di Addiopizzo junior. Tra la folla, tanti volti noti di politici ed esponenti della società civile, che si mischiano alla calca, composta e commossa. Giorgio Tirabassi, l’attore che fu Borsellino sul piccolo schermo, legge le parole di Paolo per l’amico Giovanni. È uno dei momenti più intensi di questo rito che tiene viva la fiamma del ricordo. Le scelte di Falcone, anche quelle che in vita gli costarono critiche e delegittimazioni, vengono ricordate insieme al suo coraggio. E’ il culmine, il climax di una giornata in cui Palermo è stata colorata dalla speranza dei più giovani, sbarcati questa mattina in porto, nel nome di Giovanni Falcone. Retorica, si dirà. Forse sì, ma chi dice che non ce ne sia bisogno?

Il palco si affolla. Ecco il ministro Josepha Idem e l’assessore Nicolò Marino. Il premier, Enrico Letta, è poco lontano, al Cei, dove si celebra una messa per le vittime della strage. Mentre sul palco di via Notarbartolo – davanti quella che era la casa del giudice Falcone – si canta,  il presidente del Consiglio ribadisce l’impegno del governo contro Cosa nostra. Poi, sul palco arrivano anche Rosario Crocetta e Lucia Borsellino. Per lei scatta un applauso scrosciante. Gli studenti stranieri leggono le parole di Giovanni Falcone tradotte nelle proprie lingue. Il rito si chiude, con l’appuntamento all’anno prossimo. Il ricordo è vivo.

 


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