Il Simeto non sfocia più in mare: c’è chi vende illecitamente l'acqua

Il Simeto non sfocia più in mare: e c’è chi vende illegalmente la sua acqua

Siccità e mercato nero: ecco servito lo scempio

CATANIA – Il Simeto non sfocia più sul mar Jonio. Uno dei principali fiumi della Sicilia annaspa nell’arsura di una siccità che continua ad avere risvolti sempre più devastanti. E la coperta diventa corta da qualunque parti la si tiri: da una parte il prosciugamento del letto del fiume, dall’altro interi appezzamenti di terra costretti alla resa per via di temperature insostenibili. 

“In questo momento il Simeto non riesce a raggiungere il mare – spiega a LiveSicilia, Giuseppe Rannisi, presidente della Lipu Catania -. E, se non piove, non sfocerà nemmeno nei prossimi mesi”. Un fatto rilanciato nei giorni scorsi dai colleghi della Tgr Sicilia.

Ma non è solo la mancanza di pioggia. “Le sorgenti che alimentano il Simeto, sono ormai ridotte ai minimi termini – prosegue Rannisi -. Ma il fiume riceve acqua anche dagli impianti di depurazione e quindi l’acqua dovrebbe esserci sempre.

Eppure, in questi ultimi anni la portata dell’acqua non è stata tale da raggiungere il mar Jonio”.

A rischio le falde dei pozzi

Tutto in regola per via delle concessioni necessarie ad irrigare i campi. “Concessioni che però non tenevano conto della portata minima del fiume. Il danno è per tutto l’ecosistema: pesci, anfibi, molluschi, piante acquatiche vanno scomparendo.

Ma attenzione quando si intaccano le falde di un fiume si intaccano anche le falde dei pozzi e così ci si ritroverà tutti senz’acqua. È un problema molto più grande di quello che appare”.

L’acqua intercettata illegalmente

Già, perchè non ci sono solo le note questioni climatiche ad aver portato al prosciugamento del letto del fiume. Lungo il tragitto del guado, infatti, c’è chi sarebbe riuscito a fare dello stato di calamità delle campagne rimaste senza una goccia d’acqua, un vero e proprio business dell’illecito. 

Il metodo è banale quanto efficace. Attraverso l’impiego di apposite pompe si sottraggono ingenti metri cubi d’acqua, sottraendola agli agricoltori in regola, per “immetterla e rivenderla anche ai produttori agricoli” di quote più alte. Un procedimento ben spiegato nei giorni scorsi dalla collega de La Sicilia, Mary Sottile. 

Se si forniscono tra i 16 e i 18 litri di acqua al secondo il costo è di 70 euro: tre i 12 e i 15 litri, arriva lo sconto a 50 euro. Insomma, se non ti allinei all’illecito rischi di far morire la tua piantagione. 

“Più fabbisogni che risorse”

Una situazione d’emergenza, dunque, nella quale c’è chi sta riuscendo, illegalmente, a far soldi.
“Serve una nuova organizzazione con l’Autorità di bacino che dovrebbe pensare a un nuovo Piano per le acque del Simeto – conclude il presidente della Lipu -. Serve una nuova politica agricola. Il fatto vero è che abbiamo più fabbisogni che risorse”.


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