Il sindaco di Acireale scrive | ai dipendenti comunali - Live Sicilia

Il sindaco di Acireale scrive | ai dipendenti comunali

"È tempo di agire con azioni di reciproco recupero di fiducia affinché ognuno, per le competenze e i ruoli che riveste, possa trovare la propria soddisfazione a beneficio della collettività".

Lettere in redazione
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ACIREALE. L’intervento del sindaco Roberto Barbagallo:

La polemica di questi giorni impone una seria riflessione. Dispiace innanzitutto constatare come, ancora una volta,  l’immagine complessiva della Città, come questa appare all’esterno, assuma connotazioni negative che non possono lasciarci indifferenti. A volte nella nostra comunità manca il senso della responsabilità condivisa. Si incorre, ripetutamente, nella fregola di scaricare a tutto campo rabbie, disagi, tensioni che i cittadini, e  spesso ne comprendo le ragioni, riversano nello “scontro” pubblico. 

E tuttavia un Sindaco ha il dovere di tutelare l’identità della Città che amministra. Con riferimento alla vicenda odierna, non può affermarsi il concetto secondo cui tutti i dipendenti del comune non lavorano o sono fannulloni. Ci sono dipendenti che ogni giorno si recano a lavoro con dedizione e producono per la Città ed altri non altrettanto corretti. È chiaro che una realtà composta da 560 persone produce delle criticità e delle distorsioni, che non nego e che però per il futuro devono essere confinate in quote non significative.

E’ bene precisare che:

– I dipendenti del nostro  Comune sono stati, per troppo tempo, abbandonati a loro stessi, oggi ci ritroviamo una pianta organica non adeguata poiché in passato non è stata prevista la crescita professionale.

– Sono mancate da parte delle amministrazioni che si sono susseguite, gli stimoli necessari per un proficuo coinvolgimento nell’azione amministrativa;

– La politica in passato ha invaso ambiti da cui ora deve sottrarsi lasciando ai vertici della burocrazia la possibilità di risolvere questioni tecniche che spesso sono condizionati dai protettorati di natura politica e, lasciatemelo dire, anche di natura burocratica a cui molti dipendenti, anche in questi giorni, si sono rivolti per cercare conforto. Capisco che quando ci sente abbandonati ci si consegna, sbagliando, a chi mostra un minimo di interessamento: un metodo antico che alla fine funziona solo per i pochi beneficiari a servizio di burocrati accentratori che sicuramente non appartengono più alla attuale classe dirigente. 

– I dipendenti del comune devono avvertire la piacevole esigenza di adeguare  la loro formazione in un contesto di modernità che non fa più sconti a nessuno. Alla politica spetta il compito di attivare i processi per intraprendere  questo rinnovamento;

– I dipendenti del Comune devono comprendere che la netta separazione dell’azione politica da quella burocratica dettata dal nostro ordinamento  non produce due diversi risultati: l’esito sarà unico e sconterà  i suoi riflessi per entrambi le compagini che costituiscono il sistema. E se una delle due componenti non funziona a dovere entrambe ne saranno vittime. 

Tutto questo significa che se ieri la burocrazia era vittima della politica e oggi la politica è vittima dei burocrati nulla è cambiato e a poco serve additare le responsabilità. È tempo di agire con azioni di reciproco recupero di fiducia affinché ognuno, per le competenze e i ruoli che riveste, possa trovare la propria soddisfazione a beneficio della collettività. È chiaro che l’amministrazione che presiedo non tollererà chi pensa di passare il badge, quando lo passa, solo per oziare negli uffici del comune. Questo è un atteggiamento che deve essere censurato e sono sicuro lo sarà anche da parte di quei dipendenti  che quotidianamente svolgono regolarmente la loro funzione.


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