Il sindaco ragazzino - Live Sicilia

Il sindaco ragazzino

Le primarie di Palermo, il personaggio
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(R.P.) Giancarlo Caselli – sia scritto con umanissima simpatia e l’interessato non se ne avrà a male, essendo persona di spirito – è un po’ il Gianni Morandi della magistraura. Certo, l’età avanza, come egli stesso ha nobilmente riconosciuto, chiudendo la porta a candidature per la sindacatura a Palermo avanzate da una non grande e non piccola platea web. Ma l’ex procuratore di Palermo, con quel ciuffetto candido sulla fronte, somiglia a un protagonista sempreverde, come il ragazzo eterno della canzone italiana. Un giudice perennemente ragazzino, entusiasta e scoppiettante, legato per contrappasso al vecchio di tutte le vecchiaie: Giulio Andreotti. Ed è un vero paradosso il filo che unisce due biografie e due fisionomie talmente differenti. Caselli il progressista – e dunque splendido nemico del terrorismo d’antan con la sua mania per la conservazione truccata da rivoluzione -, Caselli l’anti-casta, a sentire le interviste che rilascia, Caselli e la morale tutta di un pezzo. Al proscenio, con lui, nello scatto della “taliata” collettiva, il divo Giulio, la negazione del movimento, la sintesi di un congelatore del potere, il crocevia delle tortuosità della Repubblica. E c’è da domandarsi, in chiave del tutto oziosa, se la contemporanea immagine che viene del Vecchio e del Giovane, nell’unico ritratto che la libera associazione verosimilmente richiama, sia appena appena una bizzarria figurativa del creatore di effetti speciali, o se nasconda un significato da fine della favola. Materia per filosofi. E per sfaccendati.

Sappiamo come l’ombra di Caselli sia il processo Andreotti. Sappiamo come il magistrato – a parere di chi scrive con più di una ragione – rivendichi la sostanziale conferma di certe tesi dell’accusa in una sentenza che ha rilasciato senza negare contiguità e rassemblamenti da far tremare i polsi. “Relativamente ai fatti accaduti fino alla primavera del 1980 non c’è una assoluzione, c’è prescrizione del reato commesso. Questa è la verità”. Sono parole di echi lontani di un’intervista al Tg3, reiterata nei contenuti altrove. Ora qualcuno vorrebbe che il giudice Giancarlo diventasse il sindaco Giancarlo, un sindaco ragazzino col suo ciuffo bianco e la sua forza.  Noi, inveterati tradizionalisti, siamo contrari alla commistione dei ruoli pubblici. Non amiamo il politico già togato per una faccenda – che riconosciamo antica – di dignità e opportunità. E poi, l’altra sera, abbiamo sentito il dottor Caselli in tv, mentre negava l’emergenza della carcerazione preventiva. Saremmo lieti di una smentita, tuttavia il giudizio lo rammentiamo papale papale così. Insomma, oggi dici che la carcerazione preventiva non è un’emergenza e domani magari dici che Palermo è come Stoccolma.


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