Giovanna Purpura, “l’amante diabolica”, su facebook come una ragazza qualunque. Profilo striminizito. Una foto. Licenza: terza media. Sesso: donna. Aggiungi agli amici? No. Un corpo sullo sterrato, quello di Maria Anastasi – la moglie incinta di Salvatore – picconata e arsa. Uno scatto che giornali e tv hanno mostrato senza decenza, senza vergogna. Il profilo nero, steso bocconi. Intorno la campagna. E i carabinieri. Un sorriso obliquo su fb. Il sorriso di Giovanna, 39 anni, che – secondo l’accusa – avrebbe massacrato Maria col marito, Salvatore Savalli. Quanto ci mette a morire una persona colpita, tramortita e bruciata? E c’era una bambina in grembo. Ancora una donna assassinata. Ma, stavolta, c’è di mezzo un’altra donna. Chissà se farà differenza per lo sdegno di genere.
Gli inquirenti portano avanti il loro lavoro. Ne sapremo di più del ginepraio di accuse reciproche dei due amanti: un’oscenità collaterale. Ma già il quadro complessivo viene dato per assodato, a prescindere da chi sia stato davvero a vibrare il primo colpo. L’immaginazione popolare che ama le storie di sangue ha inquadrato Giovanna. E – potete scommetterci – tra un po’, i siciliani con la coppola diranno che fu idda. Colpa soprattutto suo. Si dà per scontata l’incapacità di intendere e di volere del masculu, se di mezzo c’è una fimmina. Giovanna Purpura, col sorriso su facebook.
Si può essere carogne e ridere, spiega Amleto. Si può essere mostri. E sorridere.