Pubblichiamo il comunicato di Palazzo d’Orleans
“Riaffiora ogni volta che si pone lo scontro contro i poteri forti il tema costante del tentativo di golpe. C’è chi addirittura scrive a Renzi per chiedere il commissariamento e chi in piena finanziaria sottoposta al Commissario dello Stato, afferma cose che non esistono nella realtà. Il governo della Regione ha salvato la Sicilia dal default. L’ha riconosciuto anche la Corte dei Conti nel giudizio di parifica. L’attuale governo ha avviato una Spending review che ha cominciato a mettere ordine nei conti. Certamente tale ordine non sarà piaciuto a tanti, perché quando la formazione professionale del malaffare costava 350 mln e ora ne costa 150 non piace, quando l’assicurazione delle aziende sanitarie doveva costare 160 mln in 3 anni e adesso ne costa 30 sicuramente non ci saremo fatti amici all’interno delle lobby nazionali ed internazionali, così come quando fin dall’inizio abbiamo ridotto l’indennità di funzione degli alti burocrati e adesso fissato il tetto massimo a 160 mila euro a fronte di stipendi sconsiderati e senza limiti, ciò non piace.
In questa finanziaria abbiamo messo definitivamente in liquidazione partecipate che erano fintamente in liquidazione da un decennio, tagliando affitti, spese, creando l’albo unico dei lavoratori e mettendo fine a questo scandalo. La Regione e le partecipate non sono più il luogo di consulenze d’oro da 10-20 mila euro mese, sono luoghi di un solo consulente a 2000 euro al mese e ciò non piace a tanti. A Riscossione Sicilia un solo consulente legale è costato 16 milioni in 10 anni, adesso non c’è più. In finanziaria abbiamo imposto un contributo di solidarietà alle pensioni d’oro per finanziare l’assunzione di disoccupati in stato di povertà. I Pip dovevano costare non meno di 60 milioni l’anno, ne costano un terzo in meno; la tabella H costava 50 milioni di euro, adesso non c’è più d è previsto un bando da 10 milioni per complessivo di tutte le associazioni che vi parteciperanno, dove bisognerá verificare bilanci, progetti e congruità della spesa. In una difficoltà totale di bilancio, abbiamo previsto attraverso Ircac, Crias e Irfis, misure a favore delle imprese; i forestali costavano 400 milioni e adesso ne costano 240, assicurando agli stessi ugualmente il salario che percepivano.
Questi sono dati veri e reali. Per la programmazione europea questa Regione in 61 mesi aveva certificato il 18,1% della spesa, in un anno del mio governo la certificazione ha raggiunto il 41,7%, realizzando la migliore performance tra le regioni italiane, da ultimi siamo diventati i primi. Sono partiti appalti di grandi opere in una Regione che nei 3 anni precedenti non aveva mandato in gara un solo appalto. Abbiamo ridimensionato la spesa pubblica, avviato gli investimenti attraverso il risparmio e investito su iniziative di solidarietà. Nel 2012 il bilancio aveva un buco da 1 mld, nel 2011 di mld, 2 nel 2013 per la prima volta la Regione ha avuto un avanzo di 400 milioni di euro, una cosa sbalorditiva che non accadeva da 20 anni.
Abbiamo fatto tagli per un miliardo e mezzo, senza fare macelleria sociale, cioè i soldi li abbiamo tolti ai predatori nazionali e regionali della Regione. Abbiamo fatto una legge sul voto di genere che ha rivoluzionato le composizioni dei consigli comunali, che ci invidia tutta l’Italia; sono scomparsi i lacchè e gli intermediari che occupavano il Palazzo e realizzavano malaffare a danno della Sicilia. Sono state fatte denunce senza precedenti sugli intrecci tra politica deviata, mafia, criminalità e corruzione, contribuendo al lavoro virtuoso ed efficace di magistratura e forze dell’ordine. Stiamo cambiando un sistema. Potrei continuare all’infinito, ma non voglio. Voglio invece soffermarmi sul fatto che nel momento in cui noi mettiamo in discussione interessi di gruppi di potere nazionali e regionali, sistematicamente c’è qualche imbecille che invoca al commissariamento, dico imbecille perché voglio riconoscergli la buona fede. Oggi, nel momento in cui questo presidente è il principale ostacolo all’attuazione dei progetti dei grandi gruppi industriali che vogliono abbandonare la Sicilia, si prende a pretesto una finanziaria tecnicamente perfetta perché ripristina l’equilibrio e introduce novità senza sperperare risorse pubbliche, che poteva essere migliore semplicemente se avessimo avuto maggiore coesione all’interno del parlamento che, non ha bocciato alcune norme ma le ha rinviate alle commissioni competenti per trattarle in autunno. Non c’è nessun Renzi che credo possa e voglia sciogliere la Sicilia.
L’Autonomia è sancita dalla Carta costituzionale e il commissariamento può avvenire solo per violazioni costituzionali. Non credo che un governo che sta togliendo privilegi fa questo. Semmai c’è chi invoca il commissariamento per fare fare passare il piano di dismissioni industriali senza problemi. Nessuno si illuda che mi farà fuori facilmente, politicamente parlando. Per il resto sono abituato psicologicamente a vivere con l’idea che la nostra vita non è infinita. Chi ha perduto le elezioni accetti la sconfitta e rispetti le istituzioni in carica. Chi vuole stare nella maggioranza si comporti da maggioranza e non dia nel cretino a nessuno perché tale offesa la rispediamo al mittente, perchè solo un cretino non capisce che agli scandali Nomura dei governi passati, nelle prossime settimane ne seguiranno tanti altri e l’emersione di tali scandali non è solo merito della magistratura ma anche del contributo di denunce circostanziate di un governo che ormai ha le idee molto chiare sui coinvolgimenti che ci sono stati. Non vorrei che il senso di responsabilità venisse scambiato per imbecillità, sappiamo e agiamo. Quale norma costituzionale avremmo violato per lo scioglimento? Nessuna. Allora si stia zitti e si rispettino istituzioni.
Perché ciò che sento dire in questi giorni ha il sapore di coloro che vogliono difendere vecchi privilegi. L’Udc fa parte del governo, ha assessori in carica che hanno elaborato la manovra, ne hanno discusso per un mese. Non ci può essere improvvisamente un exploit critico subito dopo l’approvazione. Chi sta in maggioranza interviene prima. Se poi si vuole fare politica dei doppi forni, governare e fare opposizione, si sappia con chiarezza che io lo ritengo un gioco sleale e chi non ci sta prenda le conseguenti decisioni. Ma non si parli di commissariamento perché se ancora si continuerà a farlo, farò un esposto alla Procura della Repubblica per tentativo di attentato alla Costituzione”.
Il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta