Il nome di Rita Borsellino continua a mietere consensi. Dopo quelli, quasi scontati, di parte del Pd e della sinistra, ieri sono arrivati quelli a sorpresa del terzo polo che, per bocca dei coordinatori regionali di Udc e Fli, Gianpiero D’Alia (nella foto) e Carmelo Briguglio, si dice disponibile a ragionare sul nome dell’europarlamentare per “un patto civico tra le forze politiche responsabili per l’interesse di Palermo”, come lo ha definito D’Alia.
Un’apertura di non poco conto, che potrebbe essere il primo passo verso quell’alleanza larga che settori dei democratici inseguono da tempo. Ma rimane il problema delle primarie: la sinistra e i movimenti le giudicano irrinunciabili, come anche la Borsellino, mentre i terzopolisti non verrebbero nemmeno sentirne parlare. E soprattutto pare che l’europarlamentare abbia posto un veto categorico su eventuali convergenze con Udc, Fli e Api. Un veto che però potrebbe cadere in virtù di un cartello elettorale ampio che, secondo alcuni sondaggi, sarebbe in netto vantaggio rispetto al centrodestra. D’altra parte, per Udc e Fli quello di Palermo sarà un importante banco di prova: i futuristi saranno alla loro vera prima prova, e non possono permettersi un fallimento, mentre i casiniani, dopo la scissione del Pid, devono dimostrare di essere ancora vivi e vegeti in Sicilia. Ecco perché vorrebbero salire sin da subito sul carro del vincitore.
Ma a guastare l’unità del centrosinistra potrebbe essere l’Idv, che non rinuncia alla candidatura di Leoluca Orlando. L’ex sindaco gareggerebbe malvolentieri contro la Borsellino, ma non vorrebbe nemmeno abbandonare la corsa per Villa Niscemi. Ieri i dipietristi si sono riuniti per stabilire la linea e hanno fatto già sapere di non vedere bene l’eventuale appoggio del terzo polo alla Borsellino. Inoltre, in casa Idv c’è da registrare l’attivismo di Fabrizio Ferrandelli che potrebbe essere sostenuto anche dal movimento “Palermo più”. Difficile che si profili uno scontro Ferrandelli-Orlando, ma se l’ex sindaco dovesse imporre il suo nome qualche mal di pancia sarebbe inevitabile. Anche nel Pd si registra qualche resistenza al nome della Borsellino. Davide Faraone ha già fatto sapere che scenderà comunque in campo per le primarie, così come continua il lavoro del tandem Lumia-Cracolici per una candidatura alternativa.
In casa Pdl, invece, Francesco Cascio non ha ancora sciolto il nodo di una sua possibile candidatura. Il presidente dell’Ars avrebbe chiesto garanzie più che solide sul sostegno della coalizione a livello nazionale per risanare i conti dissestati che Diego Cammarata sta lasciando in eredità. Diventare primo cittadino di una città al tracollo, senza alcuna possibilità di spesa, sarebbe deleterio per chiunque, specie per chi lo farebbe controvoglia e solo per obbedienza al partito. Anche nel centrodestra resta il nodo primarie: l’unico competitor, al momento, potrebbe essere Francesco Scoma ma i rapporti con Cascio sono ottimi, difficile che si arrivi a uno scontro. Quindi le primarie potrebbero saltare. Fra i berlusconiani, intanto, comincia a serpeggiare qualche malumore: per sostenere Cascio, alcuni big hanno chiesto garanzie sulla guida del partito in Sicilia e sulla presidenza dell’Ars.