Il valzer dei "Transform-Ars" - Live Sicilia

Il valzer dei “Transform-Ars”

L'inchiesta su S in edicola sabato
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Chi è il trasformista? Secondo il dizionario wikipedia: “Nella storia della politica italiana, e nel lessico politico nazionale, la capacità di assumere repentinamente posizioni differenti e/o alternative a quella immediatamente precedente”. Qualcosa che ricorda il “Ballo del potere” di Franco Battiato. Il mensile “S” punta lo scandaglio sulla categoria che alberga nelle stanze della politica di casa nostra. I “Transform-Ars” sono un combattivo gruppo parlamentare, oltretutto enorme, che può contare su più di un terzo dell’Assemblea. E se decidessero di stare tutti insieme sarebbero il partito più grande fra quelli rappresentati. Salvo Toscano ne ha seguito le mosse proprio per “S”, disegnando il gioco dell’oca dei trenta parlamentari trasformisti in un servizio che sarà pubblicato sul prossimo numero del magazine, in edicola da sabato 25 giugno.

Ce n’è per tutti i gusti. C’è anche chi ha lasciato un gruppo dopo esserne stato presidente. È il caso di Cateno De Luca, che ha dato l’addio a Forza del Sud subito dopo aver guidato i miccicheiani di Palazzo dei Normanni: adesso il deputato di Fiumedinisi è nel gruppo misto, ma nel suo passato recente ci sono militanze nel Movimento per l’Autonomia e nel Pdl. Più passaggi di lui ha fatto Marianna Caronia: la parlamentare, che è anche vicesindaco di Palermo, è arrivata al Pid dopo essere stata eletta nel Movimento per l’Autonomia ed essere passata da Pdl e Udc, con un paio di “pit-stop” al gruppo misto. All’Udc sono approdati invece gli ex berlusconiani Giulia Adamo e Raffaele Nicotra, ma anche gli ex autonomisti Marco Forzese e Totò Lentini.

Più singolare, invece, il caso di Dino Fiorenza: l’ex deputato del Partito democratico, oggi presidente del gruppo misto, ha annunciato in autunno il passaggio fra i ranghi dei finiani, ma nel gruppo di Futuro e Libertà non è mai arrivato. L’elenco, però, potrebbe continuare all’inverosimile: basti pensare che il gruppo più danneggiato dai cambi di casacca, il Pdl, ha perso per strada 15 deputati su 34. Passando da primo gruppo a secondo dopo il Pd. O a terzo, se si vuole considerare l’intergruppo dei trasformisti.

Questi sono i  numeri. E le cifre, nella loro algida secchezza, non mentono mai. Anzi, descrivono, meglio di ogni parola, il costume politico dei tempi. Tratteggiano a perfezione le fattezze degli interessi in campo, che fanno più premio dei valoro. Illuminano i volti nell’ombra. Naturalmente ognuno dei “Transform-Ars” sarà già pronto all’autodifesa di rito: mai lo feci per me, ma per l’ideale. E chi ne può dubitare?


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