Il vigile del fuoco morto a Catania| "Fra 2 mesi sarebbe tornato a casa" - Live Sicilia

Il vigile del fuoco morto a Catania| “Fra 2 mesi sarebbe tornato a casa”

Il comando provinciale di via Scarlatti e Vincenzo Lima

Il dolore dei colleghi palermitani di Vincenzo Lima, il pompiere di Trabia che ha perso la vita ieri a Catania mentre andava all'aeroporto Fontanarossa per un'emergenza. Un giorno di lutto al comando provinciale di via Scarlatti e il dolore per una tragedia che avviene a pochi mesi dal trasferimento.

PALERMO – Il trasferimento a Palermo era vicinissimo. Ancora pochi mesi di servizio a Catania e Vincenzo Lima, 39 anni, sarebbe tornato nella sua città. Era originario di Trabia il pompiere che ieri ha perso la vita nel drammatico incidente avvenuto sulla rampa che dalla tangenziale conduce all’aeroporto Fontanarossa e al comando provinciale dei vigili del fuoco di Palermo oggi è un giorno di grande dolore.

Uno strazio che ha dipinto di nero l’intero corpo nazionale, colpito dall’ennesimo lutto. Quella dei vigili del fuoco è d’altronde una grande famiglia devota al lavoro, al sacrificio: “E’ come se fossimo tutti fratelli, lavoriamo, mangiamo, dormiamo insieme. Trascorriamo più tempo in caserma che con le nostre famiglie – dice Luca Molina, compagno di corso di Lima -. Oggi è un giorno terribile per me. Abbiamo pregato fino all’ultimo per lui, nella mia mente sono passati tutti i momenti che abbiamo trascorso insieme, le risate, le situazioni critiche. Quando ieri sera si è spenta ogni speranza sono precipitato nello sconforto, stanotte non ho chiuso occhio”.

Nei ricordi del collega di Lima, infatti, non c’è solo il corso frequentato insieme, ma anche otto anni di servizio insieme nella città etnea. “Io sono stato trasferito a Palermo sei mesi fa, a dicembre sarebbe stato il suo turno. Sarebbe stato un momento che aspettava da tempo, finalmente avrebbe potuto lavorare vicino alla sua famiglia che abita tuttora a Trabia”. Lima infatti era un pendolare. Viaggiava ogni giorno per recarsi a Catania, poi tornava nel piccolo paese del Palermitano.

“Si alzava alle cinque ogni mattina – prosegue il collega – e faceva rientro dopo dodici ore di lavoro. Una vita di sacrifici perché nessuno può permettersi di trasferirsi con tutta la famiglia nella città di destinazione. Il fatto che presto sarebbe stato definitivamente in servizio a Palermo, comunque, lo incoraggiava molto. Vincenzo non si abbatteva mai – aggiunge Molina -. Era forte, un ragazzo d’oro, ottimista, dolce, ma non ingenuo, era dedito al cento per cento al lavoro, un esperto. Adorava essere vigile del fuoco. Abbiamo perso tutti una persona meravigliosa”.

Lima, ieri, era stato ricoverato in condizioni gravissime. L’autobotte su cui si trovava, guidata da un collega di Alcamo, si è ribaltata provocando un impatto violentissimo in cui entrambi i pompieri sono rimasti feriti. Ad avere la peggio però è stato proprio il 39enne, poi ricoverato in coma farmacologico all’ospedale Cannizzaro di Catania. Nella notte, intorno all’una e mezza, è stato proprio lì che il suo cuore ha smesso di battere. La notizia si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno sui genitori del vigile del fuoco, che attendevano notizie a Trabia. Lima lascia anche una moglie e una bimba che ha soltanto due anni.

“Era felice per l’arrivo di questa bambina, gioioso, ma la sua serenità è durata troppo poco”, dicono i colleghi che per tutta la notte hanno atteso notizie di Lima. “Ricordo ancora quando mi chiedeva informazioni sul concorso, era responsabile, molto affidabile”, aggiunge il collega Pietro Di Vita. “Sì – racconta Giovanni Saccone, ex segretario regionale dei vigili del fuoco – era un ragazzo che amava il proprio lavoro.  Dopo aver lavorato come discontinuo qui a Palermo, era stato assunto al comando di Torino, poi trasferito a Vibo Valentia. In poche ore, purtroppo, abbiamo perso tre cari colleghi – sottolinea Saccone – due per cause naturali e Vincenzo, la cui vita è stata spezzata nel modo più violento. Una tragedia che colpisce tutto il corpo dei vigili del fuoco – dice -, nessuno escluso. Il nostro è un lavoro in cui si muore – dice Saccone -, e per un motivo o per un altro, ognuno di noi mette in gioco la propria vita mentre presta servizio. Un lavoro su cui le istituzioni e il mondo della politica dovrebbero concentrare maggiormente l’attenzione, visto che spesso, viene messo in secondo piano”. Dopo il saluto dei colleghi nella caserma catanese, la salma di Lima è stata trasportata a casa, a Trabia. Domani pomeriggio saranno celebrati i funerali.


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