Immigrazione: in Italia 6 milioni di stranieri, in calo gli irregolari - Live Sicilia

Immigrazione: in Italia 6 milioni di stranieri, in calo gli irregolari

Rapporto sulle migrazioni elaborato da Fondazione Ismu Ets
LO STUDIO
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3 min di lettura

MILANO – Con oltre 6 milioni di stranieri in Italia al 1 gennaio del 2022 si registra una moderata crescita con 88mila presente in più rispetto a due anni fa. Sono più che raddoppiati i permessi di soggiorno e sono aumentati gli sbarchi.

I dati emergono dal XXVIII Rapporto sulle migrazioni elaborato da Fondazione Ismu Ets, presentato oggi all’Università Cattolica di Milano. Diminuisce del 2,5%, invece, la componente irregolare, che costituisce l’8,4 per cento della popolazione straniera complessiva e che nel 2022 si attesta sulle 506mila unità contro le 519mila dell’anno precedente. Un calo, questo, dovuto principalmente all’avanzamento delle pratiche relative alla sanatoria 2020.

Secondo quando stimato da Ismu, poi, aumentano del 127% i nuovi permessi di soggiorno, circa 242mila, un valore più che doppio rispetto al 2021, quando l’effetto Covid aveva ridotto i flussi. Circa 6 stranieri su 10 provengono da Paesi terzi (+5,6%) e i cittadini non comunitari provengono per la maggior parte da Marocco (408mila), Albania (397mila), Cina (291mila), Ucraina (230mila). In crescita il numero degli sbarchi che si sono registrati sulle coste italiane nel 2022, 105.129 in tutto con un aumento del 55,8%. I maggiori flussi provengono da Egitto (20.542), Tunisia (18.148) e Bangladesh (14.982).

Sul fronte lavorativo, nel 2021 in Italia cresce sia il tasso di attività degli stranieri sia quello di occupazione. È quanto emerge dal XXVIII Rapporto Ismu sulle migrazioni che segnala come i dati Istat mostrino anche un aumento della componente in cerca di un’occupazione.

L’incidenza degli stranieri è pari all’11,2% sul totale degli occupati, al 16% sul totale dei cittadini in cerca di lavoro e al 9,3% sugli inattivi. Il tasso di attività degli stranieri è cresciuto in misura più sostenuta rispetto a quello degli italiani, grazie soprattutto al maggior recupero della componente femminile, passando dal 65,6% del 2020 al 67,6% nel 2021. In aumento sia il tasso di occupazione, che passa dal 56,8% al 57,8%, sia il tasso di disoccupazione (dal 13,4% al 14,5%).

Non migliorano, invece, i dati sulla povertà: quella assoluta interessa il 30% delle famiglie composte da soli stranieri, con quasi un aumento del 4% rispetto al 2020. Ismu osserva come l’alta incidenza di famiglie immigrate in condizioni di povertà assoluta e relativa sia la spia del diffondersi del lavoro “povero”, non più in grado di generare integrazione, ma che anzi produce disagio sociale e consolida una condizione di svantaggio strutturale che si trasmette alle nuove generazioni.

Per la prima volta da circa 40 anni, nell’anno scolastico 2020/2021 si è verificata un’inversione di tendenza con una diminuzione del numero degli alunni con background migratorio, che risultano essere circa 865mila con una flessione di 11.413 rispetto al precedente anno scolastico. È quanto emerge dal XXVIII Rapporto sulle migrazioni elaborato da Fondazione Ismu Ets, secondo cui sull’anno scolastico 2020/21 ha influito anche l’andamento della pandemia. Il 45% degli alunni stranieri ha origini europee e gli studenti con cittadinanza non italiana (Cni) sono originari di quasi 200 paesi differenti: più di un quarto sono africani, il 20% asiatici e circa l’8% dell’America latina. Romania, Albania e Marocco sono le comunità più numerose nelle scuole superando ciascuna le 100mila presenze. La Lombardia accoglie più di 220mila alunni con Cni, confermandosi la prima regione italiana, seguita da Emilia Romagna (104,799), Veneto (94.699), Lazio (80.051) e Piemonte (78.256). I nati in Italia rappresentano il 66,7% degli alunni con Cni. Un altro dato che emerge dal rapporto, poi, è che il 27% degli studenti con cittadinanza non italiana è in ritardo scolastico.


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