"Impossibile inquinare le prove" | Scarcerati Nivarra e Morabito - Live Sicilia

“Impossibile inquinare le prove” | Scarcerati Nivarra e Morabito

Il professore Luca Nivarra

I due avvocati indagati per appropriazione di 300 mila euro nell'ambito di un incarico del Tribunale

PALERMO – Scarcerati perché dopo gli interrogatori e le perquisizioni non c’è più il rischio di inquinamento probatorio. Restano però interdetti. Il professore universitario Luca Nivarra e l’avvocato Fabrizio Morabito lasciano gli arresti domiciliari, ma non potranno amministrare patrimoni e aziende per conto del Tribunale di Palermo. È questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello. I due avvocati sono indagati perché si sarebbero appropriati di oltre 300 mila euro provenienti dalla gestione dell’eredità di un facoltoso possidente, di cui erano stati incaricati dal Tribunale. Nel corso dell’interrogatorio il docente di Diritto civile Nivarra ha respinto ogni accusa. Accompagnato dal suo legale, l’avvocato Lillo Fiorello, ha sostenuto di essersi avvalso della collaborazione di Morabito, difeso dall’avvocato Giovanni Di Benedetto, al quale era demandatala gestione del patrimonio. Non lo dice chiaramente, ma in sostanza si sarebbe fidato del professionista che era stato suo collaboratore e che poi subentrò nell’incarico su segnalazione dellp stesso Nivarra. Il professionista dal canto suo ha sostenuto di avere restituito parte dei soldi che aveva trovato all’interno di buste in mezzo al fascicolo dell’eredità di Bartolomeo Sapuppo.

Non è tutto però, visto che nel corso della perquisizione dei finanzieri del nucleo di Polizia Tributaria a casa di Morabito sono stati trovati e sequestrati altri 6 mila all’interno di due buste contrassegnate con le iniziali dei figli. Nel corso dell’interrogatorio l’avvocato ha sostenuto che si trattasse dei soldi “donati dai nonni ai figli per le festività e quando, come tradizione vuole, “avevano perso i dentini”. Secondo il Gip Aiello, gli indizi di colpevolezza restano confermati ma per garantire le esigenze cautelari basta l’interdizione.


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