“Sono l’unico colpevole del disastro che sta avvenendo in azienda. Nessun altro ha responsabilità. Non vedo altra via d’uscita. Perdonatemi per il male che vi ho fatto”. Dramma a Palermo. Un imprenditore, S. C. di 74 anni, si è suicidato stamane dentro la sua auto, nell’affollata via Croce. Il nome dei suoi due esercizi commerciali era uscito sui giornali perché contenuto nei documenti sequestrati ai Lo Piccolo al momento del loro arresto. Ma, a quanto si apprende da fonti qualificate, non sono queste le ragioni del suo atto estremo. L’imprenditore era, infatti, sommerso dai debiti: la sua attività, già da tempo, non andava bene e per questo si sarebbe tolto la vita.
S.C. era uno dei taglieggiati dai boss di San Lorenzo, per questa ragione era stato indagato e quando era stato chiamato dai giudici a rispondere dei fatti estorsivi, aveva negato. Questo gli era valso un avviso di garanzia per favoreggiamento aggravato. Ma la sua posizione si era alleggerita. Chiamato una seconda volta dai giudici, S.C. aveva fatto parziali ammissioni. Per questo, riferiscono fonti qualificate, la sua posizione si stava indirizzando verso l’archiviazione.