PALERMO – “Bisogna mettere dei paletti altrimenti non sarai in condizione di fare nulla. Se Musumeci non è riuscito a ottenere una bonifica delle proprie liste, come farà a governare?”. Claudio Fava torna così sulla questione dei cosiddetti “impresentabili” che compaiono sulle liste dei suoi avversari, durante un forum nella redazione di Livesicilia (GUARDA IL VIDEO), che dedica ai candidati alla Presidenza della Regione un ciclo di incontri ni vista del 5 novembre. Nel corso della diretta il candidato della lista Cento passi per la Sicilia ha affrontato le domande poste dai lettori su infrastrutture, sanità, lavoro e rapporti con altre forze politiche.
“Musumeci è onesto, ma non così serio come pensavo – dice Fava -, governare la Sicilia con tutti i compromessi che ha accettato in questa campagna elettorale non è un buon viatico”. Secondo Fava Musumeci “aveva un’opportunità bellissima di dire di no”: “Se non sei stato in condizione di pretendere una selezione minima da parte delle tue liste – ancora Fava – come governerai senza sentire il fiato sul collo di alcuni gruppi e dei loro padrini politici?”, è la domanda rivolta idealmente al candidato del centrodestra. “Musumeci poteva porre una scelta tra sé e, ad esempio, il sindaco con capi di imputazione. Bisogna essere in grado di portare avanti obiezioni morali – conclude Fava – perché se non ci sono queste obiezioni si lascia spazio a queste persone e questi lunghi compromessi”.
Sono soprattutto domande sul programma, quelle poste a Fava dai lettori di Livesicilia. Sui rifiuti e sulla carenza del servizio di raccolta, il candidato della lista Cento passi per la Sicilia sostiene che “”a raccolta rifiuti, attraverso la compiacenza di amministrazioni disponibili, spesso è stato un settore infiltrato dalla criminalità. È un fatto, come il fatto che la gestione delle discariche di rifiuti indifferenziati sia un business consolidato. Questo porta a una differenziata in Sicilia ferma al 12 per cento, che ha ricadute sulla salute e sulla qualità del territorio”. Per Fava l’obiettivo è “invertire l’approccio culturale della comunità, ma anche rendere pubblico il settore, andare verso investimenti in grado di produrre forze per il territorio”. E sui termovalorizzatori: “Credo che sia un’ipotesi superata dalla storia. Lo smaltimento di ceneri e altri veleni è una scelta che non va incontro al territorio e alla sua salute, e su questo per altro ci sono regole europee che andrebbero rispettate”.
Lavoro e infrastrutture: sulla crescita occupazionale, per Fava “bisogna parlare di lavoro attivando processi di spesa che finora sono stati lenti, marginali. Penso al patto per la Sicilia, un miliardo cento milioni, penso a una regione che torni a essere ciò che forse non è mai stata: una cabina di regia, che dia indirizzi e costruisca politiche per raggiungere obiettivi”. Il candidato della sinistra ribadisce il proprio scetticismo sul ponte sullo Stretto di Messina, che definisce “una fanfaronata”, e parla invece di sviluppo delle reti stradali e ferroviarie: “Le nostre ferrovie sono arretrate -dice Fava – e credo che la Regione debba essere una controparte politica credibile per chi investe. C’è bisogno di investimenti sulla tratta Palermo-Catania, di riattivare i collegamenti notturni e di migliorare la rete stradale e autostradale. Ma abbiamo anche – prosegue – l’aeroporto di Comiso che può diventare un hub cargo”.
Sulla sanità, per il candidato della sinistra va “ripensato il rapporto con il privato, che finora è stato lasciato solo alle quantità: abbiamo un numero di convenzioni superiore alla media nazionale, e in questi casi si deve dare un attento controllo sulla spesa e sulle prestazioni che vengono offerte. La sanità pubblica per me è medicina del territorio, o dovrebbe esserlo. L’altra scommessa è l’idea che il pareggio di bilancio, come fatto positivo che guarda ai bilanci a prescindere da come i soldi vengano risparmiato, è un falso mito”.
Spazio, infine, anche a questioni più politiche. Nel caso di vittoria di Giancarlo Cancelleri, candidato del Movimento cinque stelle, Fava non esclude l’appoggio su alcuni temi specifici. Ma solo a certe condizioni: “Se dovesse vincere Cancelleri – dice Fava – dovremmo valutare le cose che propone, e sono convinto che su alcune potrebbe avere il nostro sostegno. È anche una questione di metodo, oltre che di merito. Se Cancelleri ci presentasse, come priorità, la questione dei vitalizi, sarebbe una cosa poco concreta, perché ci sono molte altre emergenze”. E sulla mancata nascita di una grande coalizione di centrosinistra con il Partito democratico: “Il nodo che non ho condiviso è la presenza di Alfano, da cui ci separano sensibilità politiche diverse. Si è cercato di radunare la sinistra su sensibilità simili, ma Renzi ha creduto che fosse necessaria l’alleanza con Alfano. Il tema – conclude Fava – è che la coalizione di centrosinistra è un luogo in cui si dice tutto e il contrario di tutto, perché sotto l’emergenza elettorale si cerca di tenere tutto insieme, come per esempio l’appoggio che il Pd ha dato a Crocetta per cinque anni e il distacco degli ultimi mesi dalla sua esperienza di governo. Noi abbiamo voluto a parlare ai Siciliani senza tutte queste pietre in tasca”.