In pensione per evitare i tagli |Ecco i dirigenti che lasciano l'Ars - Live Sicilia

In pensione per evitare i tagli |Ecco i dirigenti che lasciano l’Ars

A chi è stato assunto prima del 1998 bastano 53 anni per andare via. Sei di loro l'hanno fatto.

Spending review
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PALERMO – La deadline per la presentazione delle domande era fissata per oggi. Ma alla fine, dei dieci superdirigenti di Palazzo dei Normanni che attualmente superano il tetto di 240 mila euro allo stipendio entrato da poco in vigore, sono stati in sei a fare richiesta di pensionamento.

Qualche settimana fa il consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale ha deciso che, insieme con l’entrata in vigore del limite alle retribuzioni, poteva essere aperta una finestra di pensionamenti “extra” e non prevista. Questo, di fatto, ha permesso a chi voleva evitare di ritrovarsi con uno stipendio molto ridimensionato, di fare i bagagli e andare a casa prima di quanto teoricamente sarebbe stato possibile fare e, soprattutto, con la stessa busta paga di sempre. Niente di irregolare, perché naturalmente l’Ars decide per se stessa, e il regolamento interno prevede che per i grand commis di Palazzo assunti prima del 1998 bastino 53 anni per potere andare in pensione.

E così, grazie a questo “compromesso” saranno in sei i consiglieri parlamentari ad andare via: il vicesegretario generale Salvatore Di Gregorio, il direttore del servizio Ragioneria Domenico Cuccia, Iolanda caroselli dell’ufficio Trascrizioni, Paolo Modica de Mohac (direttore dell’ufficio che si occupa di manutenzioni), Giuseppe Zarzana della Seconda commissione permanente e Francesco Ajello del servizio di Questura e provveditorato. Gli ultimi tre sono i più giovani, anche se sul sito dell’Ars non è dato sapere dei loro curriculum e – quindi – della loro età anagrafica.

Non hanno fatto domanda, invece, Antonino Purpura del servizio Archivio, Laura Salamone del servizio Studi, il capo del servizio del Bilancio e di quello del personale Eugenio Consoli e Mario Di Piazza, direttore del servizio Lavori d’aula. Tutti, tranne Di Piazza, hanno preferito (e lo hanno già comunicato informalmente) optare per la finestra dei pensionamenti prevista per gennaio prossimo, così da evitare penalizzazioni sul trattamento pensionistico. Cosa che invece non vale per il capo del servizio dei lavori d’aula, che non ha ancora i 53 anni necessari per lasciare Palazzo dei Normanni.

Assieme a loro, lasceranno gli uffici del Parlamento regionale anche tre segretari e sei assistenti parlamentari. O almeno, tanti hanno presentato domanda. Perché, in realtà, avranno fino al 31 agosto per ripensarci. I primi giorni di settembre, dunque sarà ufficiale. E allora, come deciso dal consiglio di presidenza, sarà il momento di iniziare a tagliare su tutti. Fino alle fasce più basse della gerarchia dei dipendenti dell’Assemblea.

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