Ecco la legge "taglia burocrazia" | Ma a Pd e M5s non piace - Live Sicilia

Ecco la legge “taglia burocrazia” | Ma a Pd e M5s non piace

La legge sulla semplificazione scritta dal governo Musumeci arriva all'Ars, ma le opposizioni contestano diverse norme.

PALERMO – La legge sulla semplificazione non è ancora stata discussa all’Ars ma è già guerra. Le opposizioni attaccano il governo sul disegno per semplificare la burocrazia regionale. Il Partito democratico denuncia: “La giunta non può sostituirsi alle Sovrintendenze”; mentre il Movimento cinque stelle polemizza: “Ci chiediamo quali affari intende favorire il Governo regionale”. Sotto accusa in particolare una norma del disegno di legge, quella sulla possibilità di rimedio attraverso un’opposizione davanti alla giunta per superare il dissenso delle amministrazioni per la tutela ambientale, paesaggistica, e per quelle dei beni culturali e della salute. Una norma, a onor del vero, assai simile alla regola nazionale.

L’ultimo affondo arriva dal Movimento pentastellato. Secondo Giampiero Trizzino “si consente a qualsiasi portatore di interesse, ossia i privati, di rinviare la decisione finale alla Giunta, mentre la norma vigente lo consente solo all’amministrazione Queste norme sono un obbrobrio giuridico- amministrativo. Negli uffici giacciono oltre 800 domande di Valutazione d’impatto ambientale (Via) per quasi due miliardi di euro di investimenti. – e conclude – Se molti di questi progetti vengono stoppati dagli uffici, che non rilasciano le autorizzazioni, perché gli impianti sarebbero in contrasto con le norme ambientali o paesaggistiche, con queste modifiche i privati potranno ricorrere alla Giunta per chiedere di ribaltare il giudizio dei tecnici”

Il capo gruppo del Pd  Giuseppe Lupo promette battaglia quando il ddl sarà esaminato in commissione all’Ars. “Chiederemo – avverte il democratico – ogni verifica possibile e l’audizione di tecnici ed esperti. Siamo d’accordo alla semplificazione amministrativa ma ci opporremo alla sostituzione delle competenze amministrative delle Sovrintendenze con decisioni politiche della giunta”.

Eppure l’ultimo appello perché in Sicilia diventi più semplice investire è arrivato, a inizio settimana, dall’amministratore delegato di E-Distribuzione, Vincenzo Ranieri. “In Sicilia – ha spiegato – c’è tanto lavoro da fare sia sul fronte del potenziamento delle infrastrutture sia sul fronte dello snellimento della burocrazia. Oggi – ha aggiunto Ranieri -, fatta la richiesta, per realizzare una nuova linea è necessario ottenere il parere di ben 16 enti diversi e non ce lo possiamo permettere”.

Ma cosa prevede il disegno di legge del governo ha approvato in giunta e presentato a Palazzo dei Normanni perché sia trattato prioritariamente? La proposta governativa consiste nell’approvazione di una nuova legge sul procedimento amministrativo che dovrebbe garantire tempi più brevi dei procedimenti amministrativi, attribuire maggiore responsabilità dei dirigenti rispetto a quella attribuita a livello nazionale, creare un’amministrazione sempre più digitale e trasparente e attivare numerosi strumenti di semplificazione, come l’agenzia regionale per gli investimenti e una chiara disciplina della Scia (segnalazione certificata di inizio attività).

In parte il ddl prevede che la Regione si adegui alle modifiche apportate dai decreti della Riforma Madia e in alcuni tratti, invece, la legge proverà ad essere più moderna e più adatta al contesto siciliano. “La legge mira – così afferma la relazione illustrativa del disegno di legge – ad armonizzare la normativa regionale con quella di livello statale. Tale armonizzazione – prosegue il documento – si giustifica dall’esigenza di conformare istituti pensati per l’organizzazione statale all’amministrazione regionale in coerenza con la competenza esclusiva riconosciuta allo Statuto in materia di organizzazione degli uffici. – e più in avanti continua – la legge compie scelte innovative rispetto alla disciplina nazionale di carattere interstiziale destinate a rendere maggiormente significativa e incidente la portata degli istituti di semplificazione sulla realtà socio economica. Infatti – conclude la relazione -, tutte le disposizioni diverse da quanto previsto dalla legge n. 241/1990 ampliano il quadro delle garanzie riconosciute dalla disciplina nazionale”.

Il campo di applicazione delle norme

L’articolo uno del ddl ricorda così che la legge si applicherà alla burocrazia regionale, ad enti, istituti e aziende dipendenti dalla Regione, alle società partecipate a controllo pubblico e, infine, ai Comuni. Insomma, in Sicilia, a seconda di quale sarà l’ufficio con cui si avrà a che fare, il cittadino godrà di diritti diversi (maggiori negli uffici regionali) e dovrà affrontare iter diversi. Infatti, in Italia e in tutte le ramificazione del potere statale (pure quelle presenti in Sicilia), l’azione amministrativa è regolata da una legge del 1991 che è stata a più riprese modificata e riformata. Ma, in Sicilia, l’attività amministrativa è competenza della Regione e così ad ogni modifica, come avviene per ogni legge di competenza esclusiva, il legislatore siciliano è chiamato a decidere se recepire o meno le modifiche. In questo caso così la legge regionale sarà nella sostanza simile alla legge nazionale salvo qualche contenuto diverso.

La chiarezza della legge

Anzitutto la legge regionale, pretende di evitare i “non pochi elementi di criticità sul piano dell’intelligibilità e della coerenza complessiva”. La chiarezza delle leggi è infatti per alcuni investitori un incentivo a scommettere in un territorio. Così, la normativa, una volta varata dall’Ars, dovrebbe essere più chiara nella formulazione linguistica rispetto alla omologa legne nazionale. In particolare la semplicità nella lettura sarebbe espressa negli articoli sulla conferenza di servizi e la Scia, e nella redazione di un progetto di articoli numerato ordinato senza “bis” o “ter”. Poi ci sono le novità contenutistiche.

I tempi del procedimento

I cittadini che interpelleranno un’amministrazione soggetta alla legge siciliana avranno diritto ad ottenere una risposta entro un termine massimo più breve rispetto al resto d’Italia: centocinquanta giorni piuttosto che centottanta. Un’altra novità riguarda i casi in cui si registri un ritardo o la mancata produzione del provvedimento. Ogni qual volta un dipendente non produce una risposta o non la produce in tempo, infatti, il funzionario non solo si potrà vedere arrivare un provvedimento disciplinare ma avrà diminuita l’indennità di risultato. Ogni provvedimento, infine, sarà registrato nel sito di ogni dipartimento o altra amministrazione. Lì sarà reso pubblico chi ha il potere di sostituirsi al responsabile del procedimento in caso di ritardo.

La nuova Scia

La segnalazione certificata di inizio attività è quello strumento che consente a un’impresa di avviare un attività con una comunicazione alla Pubblica amministrazione. Con l’approvazione del disegno di legge, in Sicilia sarà possibile avviare qualsiasi attività salvo quelle per cui esistono dei limiti al numero o specifici strumenti di programmazione. Un decreto del Presidente della Regione chiarirà quali sono i casi in cui basterà la Scia ma la norma così come articolata sembrerebbe lasciare agli operatori economici maggiore libertà. Per consentire rapidità, inoltre, la stessa legge ordina alle amministrazioni di pubblicare sui propri siti tutti i moduli da compilare per avviare l’impresa.

Amministrazione sempre più digitale

Occorrerà digitalizzare tutto. “La Regione – recita un articolo del ddl – assicura la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell’informazione amministrativa in modalità digitale”. Le pagine del sito della Regione devono diventare il vetro attraverso cui si possa vedere dentro il palazzo. Per questo Palazzo d’Orleans dovrà adottare,su proposta dell’assessorato all’Economia, il piano per l’innovazione tecnologica della Regione. Il piano dovrà prevedere le fasi e i tempi per al realizzazione di tutte le misure per la digitalizzazione dell’amministrazione regionale.

L’agenzia regionale per l’attrazione degli investimenti

Il ddl vagliato dalla Giunta prevede anche la nascita di un ufficio speciale all’interno dell’assessorato all’Economia. Si chiamerà “Agenzia regionale per l’attrazione degli investimenti”. Come dice il nome stesso il compito dell’agenzia sarà quello di “accrescere l’attrazione di investimenti nazionali ed esteri sul territorio e nelle imprese regionali”. Nelle intenzioni del governo l’ufficio dovrà favorire l’insediamento di imprese che si rivolgano al mercato internazionale, eliminare gli ostacoli burocratici per gli investitori e monitorare e rendere accessibili alle imprese le richieste di lavoro esistenti, le iniziative promozionali in corso, le agevolazioni e le occasioni di finanziamento.


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