"In Sicilia gli sprechi più gravi | nella Formazione professionale" - Live Sicilia

“In Sicilia gli sprechi più gravi | nella Formazione professionale”

Il presidente Luciana Savagnone ha parlato di "una grave anomalia del sistema", eccessiva spesa di fondi pubblici, "non tanto e non solo per formare lavoratori, ma per sostenere finanziariamente gli enti". Sotto accusa anche i costi della politica. Baccei: "Stiamo lavorando per una maggiore efficienza della macchina regionale".

La Corte dei Conti
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PALERMO – Nel 2014 la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti ha pronunciato condanne per danno erariale per un importo complessivo di oltre 39 milioni. Il dato è stato riferito da Luciana Savagnone, presidente della Corte dei conti, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario che si svolge a Palermo a Palazzo Steri. Tra le condanne, molte riguardano casi di spreco di contributi comunitari, oppure contributi erogati a soggetti provi di requisiti. Le condanne più significative riguardano la formazione professionale. Il presidente ha parlato di “una grave anomalia del sistema”, eccessiva spesa di fondi pubblici, “non tanto e non solo per formare lavoratori, ma per sostenere finanziariamente gli enti”. “In definitiva – ha aggiunto – sembrerebbe trattarsi di una spesa fine a se stessa che rischia di trasformare lo scopo del settore, originariamente formativo, in uno scopo para assistenziale”. La maggior parte delle condanne sono state emesse nei confronti di enti di formazione per aver distratto fondi per altri scopi.

“Ci stiamo impegnando tutti i giorni per aumentare i controlli sull’amministrazione regionale e delle società partecipate – ha commentato l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei -. È necessaria la semplificazione della burocrazia e in questa direzione si stanno muovendo le nostre riforme. Stiamo lavorando per un dipartimento ad hoc che controlli la spesa pubblica. In finanziaria c’è una norma apposita. Sui mutui le hanno fatto tutte le regioni per sbloccare il pagamenti di fornitori. C’è una normativa europea che lo prevede”.

I costi della politica e l’assunzione di personale nella pubblica amministrazione sono pratiche condizionate da eccessi ed abusi in Sicilia. La denuncia è contenuta nella relazione del procuratore regionale della Corte dei conti, Giuseppe Aloisio, secondo il quale la politica siciliana mantiene standard di spesa superiori a quelli dei paesi europei. Rimborsi, indennità e vitalizi sono stati al centro di varie inchieste. I casi più significativi sono quelli dell’ex Provincia di Catania e dei gruppi parlamentari dell’Ars. Al presidente del consiglio e alla quasi totalità dei consiglieri provinciali di Catania è stato contestato un danno di 450 mila euro per spese di missione e di funzionamento ritenute non compatibili con le esigenze istituzionali. Tra l’altro sono state contestate forniture di giornali, tra cui un quotidiano sportivo, libri e pubblicazioni di dubbia compatibilità con le funzioni svolte dai consiglieri, gadget e migliaia di calendari. Tre mesi fa sono stati convenuti in giudizio sette capigruppo parlamentari dell’Assemblea regionale per un uso “non istituzionale” dei fondi per un danno di un milione e 925.496 euro. Quei soldi sarebbero stati spesi per cene, regali e servizi personali. E mentre sui giornali finiva l’eco degli scandali per i costi eccessivi della politica i consiglieri di un piccolo comune decidevano di aumentare del 417 per cento il gettone di presenza: un danno, ha calcolato il procuratore, di 650 mila euro circa. Altro caso emblematico, esploso in questi giorni, è quello delle numerosissime sedute delle commissioni consiliari di Agrigento. Ma non è solo la politica a costare troppo. La Procura segnala un “ricorrente spreco di risorse pubbliche” nelle procedure di assunzione di personale ma anche nel riconoscimento ingiustificato di qualifiche o livelli superiori ai dipendenti delle società partecipate dalla Regione.

“C’è una relazione che fotografa una situazione non esaltante che e’ sotto gli occhi di tutti. Ma è importante che nelle conclusioni del Procuratore sia stato evidenziato come le responsabilità siano individuali e non di sistema. Fare di tutta l’erba un fascio significa nascondere le responsabilità individuali”. Lo ha detto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, commentando l’allarme corruzione lanciato dalla Procura della Corte dei Conti durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario allo Steri di Palermo. “L’avere sottoscritto con lo Stato la rinuncia al contenzioso non ha consentito alla Regione di incassare ciò che gli è dovuto: su questo va avviata una riflessione perché questo Stato è un po’ ambivalente – ha aggiunto – visto che da un lato minaccia i commissariamenti e dall’altro ci sottrae risorse. Mi viene da dire che sia quasi uno ‘Stato truffa’ nel momento in cui ci ha sottratto nottetempo 400 milioni di euro che riguardano le imposte che pagano i dipendenti pubblici che lavorano in Sicilia e che vengono versate allo Stato”.(ANSA).

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