Incarico negato a Ingroia| Figuccia: "Crocetta ne prenda atto" - Live Sicilia

Incarico negato a Ingroia| Figuccia: “Crocetta ne prenda atto”

Giungono puntuali le risposte dal mondo politico e non al parere negativo espresso dalla terza commissione del Consiglio superiore della magistratura su Antonio Ingroia.

LE reazioni
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PALERMO – In seguito al parere negativo espresso dalla terza commissione del Consiglio superiore della magistratura, sulla presidenza di Riscossione Sicilia Spa affidata all’ex pm di Palermo Antonio Ingroia sono diverse le reazioni nel mondo politico.

“Il Consiglio superiore della magistratura ha certificato l’irregolarità della nomina proposta dal Presidente Crocetta che avrebbe voluto Ingroia alla guida di riscossione Sicilia”. Lo afferma Vincenzo Figuccia, Partito dei Siciliani-Mpa, che già nei giorni scorsi si era espresso in modo negativo verso questa ipotesi di nomina. “Anche l’organo dei Magistrati sottolinea l’impraticabilità, in linea di diritto, dell’opportunità di questa scelta. Crocetta ne prenda atto, e nel vano tentativo di rafforzare la sua maggioranza claudicante, provi a tirar fuori dal cilindro qualcosa di diverso”, conclude.

“Anche questa volta la scelta illuminata di Crocetta si è rivelata un flop e ha sortito l’effetto boomerang di confermare l’inadeguatezza della sua azione di Governo “. Questo il commento del Vicepresidente del PdL all’Ars, On. Marco Falcone. “A questo punto – aggiunge il parlamentare – il Presidente Crocetta, anziché proporre personaggi di grande impatto mediatico farebbe bene a incentrare le sue nomine secondo i normali criteri di competenza e professionalità”.

Il Codacons accoglie con soddisfazione la decisione del Csm di vietare all’ex pm di Palermo Antonio Ingroia di presiedere l’ente Riscossione Sicilia Spa. “Sarebbe stato davvero grave se il Csm avesse permesso ad un magistrato, bocciato alle elezioni politiche, di ricoprire un così delicato ruolo in Sicilia, nonostante le informazioni da egli acquisite nel corso della sua attività di Pm proprio nella regione dove avrebbe poi dovuto far pagare le tasse”, sottolinea il Codacons.


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