Incendio a Bellolampo, dubbi e sospetti: qualcuno vuole male alla Rap?

Incendio a Bellolampo, dubbi e sospetti: c’è chi vuole male alla Rap?

Il rogo lascia parecchie domande. Una su tutte: perché?

PALERMO- La quasi certezza è che l’incendio della discarica di Bellolampo sia stato appiccato da qualcuno (e il ‘quasi’ configura un elemento di minima sospensione del giudizio, in attesa degli accertamenti definitivi). Lo stesso capo della Protezione civile regionale, l’ingegnere Salvo Cocina, lo ha detto: “Per orari e modalità si propende per una chiara origine dolosa”.

Resta da capire il perché. Chi può avere interesse a creare un incidente di proporzioni drammatiche che solo l’intervento dei vigili del fuoco e degli operai della Rap ha contenuto? L’ultima parola spetterà alle indagini, mentre fioriscono dubbi e sospetti.

Todaro: “Quei segnali…”

Sembrano interessanti, a riguardo, le dichiarazioni del presidente della Rap, Giuseppe Todaro. A cominciare dal comunicato aziendale.

“Negli ultimi giorni – si legge – abbiamo registrato una serie di segnali che non ci convincono e per questo abbiamo deciso di rivolgerci alle autorità per accendere ulteriormente i riflettori sulla discarica. Non vorremmo che qualcuno cercasse di alimentare ulteriori emergenze di cui faremmo volentieri a meno”.

A chi si riferisce il presidente Todaro? Chi vuole ‘alimentare ulteriori emergenze’? Una mano dall’interno? Una mano dall’esterno? E perché? Ecco altre sue dichiarazioni: “Si è trattato di un fenomeno anomalo. Alcune settimane fa c’era stato un altro evento non consueto, era andato a fuoco un materasso. Difficile anche questa volta non pensare male”.

“Non posso fare ipotesi sulle cause, aspetterò i risultato dell’inchiesta – è la conclusione -. So che se dovesse bloccarsi la discarica saremmo costretti a portare i rifiuti fuori dalla città con costi che abbiamo già subito negli anni passati e che superano i venti milioni all’anno”.

“Mi fischiano le orecchie…”

Lo stesso sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha rilasciato un commento che autorizza i retropensieri: “Certamente mi stranizza un incendio che nasce in una nottata senza particolari rischi meteo”.

“Non ho dormito, è stata una notte difficile, come si può immaginare – dice ancora il presidente Todaro a LiveSicilia.it -. Non so chi c’è materialmente dietro, se lo sapessi… Posso aggiungere che ogni tanto mi fischiano le orecchie. Sento la vicinanza dell’azienda, dell’amministrazione e dei lavoratori. Siamo impegnati in un patto di ferro per andare avanti insieme”. Ma si percepisce come quei sospetti e quei dubbi siano difficili da scacciare.

Le polemiche sulla sicurezza

Non mancano le polemiche sulla sicurezza. “Il nuovo incendio che ha colpito la discarica di Bellolampo ha almeno un aspetto positivo – incalza, in chiave paradossale, Mariangela Di Gangi, consigliera comunale di ‘Progetto Palermo’ -. Ha reso evidente, addirittura con un comunicato ufficiale della stessa Rap, che a quasi un anno dai gravissimi incendi del 2023, le misure di prevenzione sono quasi del tutto inesistenti”.

“Ancora una volta – aggiunge Di Gangi – ci si affida alla dedizione degli operai presenti sul posto o rientrati in servizio dopo il turno di lavoro, oltre che ovviamente alla disponibilità dei Vigili del Fuoco, i cui mezzi a disposizione non pare siano debitamente stati potenziati in ragione di quanto accaduto la scorsa estate”.

Avanti con le assunzioni

Sul fronte aziendale, a prescindere da Bellolampo, ci sono delle novità. La riunione di ieri tra Comune e sindacati sembrerebbe avere stabilito una rotta, al momento, condivisa.

“Il sindaco ha spiegato durante l’incontro che il tema delle assunzioni è slegato dalla vicenda della ricapitalizzazione della società – dice Andrea Gattuso, segretario Fp Cgil Palermo –  Si attende dunque nei prossimi giorni il via libera alle assunzioni dei primi 106 operatori ecologici”.

“Siamo contenti che sia stato chiarito il percorso burocratico da effettuare per la ricapitalizzazione – aggiunge Gattuso. Successivamente, si potrà gradualmente procedere con le assunzioni degli autisti e degli operatori fino al completamento del fabbisogno”.

L’incendio di Bellolampo rappresenta una pietra d’inciampo, in un momento in cui si cerca di risalire, dopo anni tribolatissimi, con la partecipata più volte sull’orlo del collasso.

Chi vuole…

“Certamente è difficile pensare all’autocombustione, in una serata tranquilla dal punto di vista meteorologico e decisamente meno calda dell’estate scorsa, quando si registrò l’incendio dell’anno scorso”, dice Dioniso Giordano, segretario generale della Fit Cisl Sicilia.

“Chi avrebbe interesse a favorire un rogo? Una domanda – prosegue – a cui è difficile rispondere e, ovviamente, aspettiamo l’esito delle indagini. Certo è che la Rap è un’azienda con un presente complicato, ma con un potenziale sviluppo futuro decisamente allettante”.

Quali sviluppi? Ecco la risposta: “La ricapitalizzazione, le assunzioni e l’acquisto dei mezzi e poi i milioni di investimenti già previsti per l’infrastrutturazione impiantistica, dalla settima vasca bis, l’impianto di biodigestione, il recupero del biogas della settimana vasca, il termovalorizzatore…”.

“Il polo di Bellolampo, già oggi e lo sarà ancora di più, è l’asset primario per la continuità aziendale. Qualcuno – si chiede Giordano – ha interesse a mettere fine a tutto ciò?”. Qualcuno, cioè, vuole male alla Rap?


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