Incendi a Palermo, la conta dei danni: "Così aiuteremo gli sfollati"

Incendi a Palermo, i danni: “Così aiuteremo gli sfollati”

L'emergenza, dopo l'incendio, continua. Il Comune si muove. Il dramma degli sfollati.
LA CITTA' IN FIAMME
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Sette giorni fa, Palermo ha cominciato a bruciare e sembrava che il rogo non dovesse finire più. Sono visibili i segni: le case distrutte, le famiglie sfollate, gli alberi anneriti, il dolore delle persone. Sette giorni dopo, restano la paura e la rabbia. La rabbia di chi si chiede se tutto quello che poteva essere previsto sia stato previsto, ai massimi livelli. La paura di chi teme un agosto caldo, sotto il peso di un incubo che non lascia tranquilli coloro che hanno avuto la sventura di provarlo.

“Il Comune si sta muovendo – dice Antonella Tirrito, assessore comunale alla Protezione civile -. Sarà emanato un avviso, un censimento dei danni e delle famiglie, di chi ha perso la casa… Gli sfollati sono circa duecento, ma molte situazioni potremmo non conoscerle. Aspettiamo novità sullo stato d’emergenza. Stiamo valutando misure come l’integrazione degli affitti, stiamo vagliando la disponibilità di immobili di edilizia popolare. Faremo rientrare in sicurezza quelli che possono”.

Anche l’assessore Tirrito ha attraversato, dal vivo, quei momenti drammatici. “Conosco tanti che hanno perso tutto e sono in stato di choc – racconta -. A Borgo Nuovo, io stessa ho dovuto liberare degli animali intrappolati e ho cercato di dare una mano con l’acqua e con i secchi. Le persone sono state splendide nella solidarietà, nonostante il pericolo”.

Nessuno è stato risparmiato. Don Salvatore Biancorrosso, segretario dell’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice – era a Santa Maria di Gesù, pure lui con i secchi, nel tentativo di salvare la chiesa. “E’ necessario compiere un salto di qualità nella responsabilità – incalza -. Questo non deve più succedere, perché non è che siamo davanti all’ipotesi che i roghi possono tornare: parliamo di una certezza, in Sicilia”.

C’è una città che pretende risposte sui danni del passato e sui rischi del futuro. C’è già stato un sit in a Palazzo d’Orleans. In serata, una manifestazione a piazza Pretoria, convocata dall’assemblea cittadina ‘Basta incendi’.

“Sono partite diverse iniziative spontanee – spiega Giulia, una delle portavoce –. In tanti ci siamo conosciuti e incontrati nel giorno dell’incendio e ci siamo ripromessi di andare avanti nel chiedere sicurezza. Siamo ancora in una fase embrionale, ma abbiamo un punto fermo in comune: non vogliamo più vivere altri drammi, con il medesimo senso di impotenza”.

Un sentimento di precarietà che resterà incancellabile nel cuore di chi ha perso tutto, di chi ha sperimentato il terrore, di chi si è salvato per una fortuna che non osa chiamare miracolo, davanti alle lacrime di troppi. Palermo non dimenticherà mai il suo 25 luglio. Il giorno della sconfitta.


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