PALERMO – La richiesta di archiviazione è stata respinta. Si deve andare avanti e sarà convocato il sindaco Leoluca Orlando, in qualità di persona informata sui fatti, per indagare sul caos al cimitero dei Rotoli. Il primo cittadino indicherà il funzionario che dovrà chiarire cosa è accaduto nel camposanto dove non c’è certezza sulla reale identità di una donna sepolta.
“Te ccà, chista è tua madre”, così un operaio si rivolse a una donna, mostrandole un mucchietto di ossa preso a casaccio dalla tomba. La signora Rita non riconobbe i resti della madre. Aveva cercato invano in quel cumulo di bare e ossa ammassate senza ordine alcuno un segno distintivo della mamma morta un ventennio prima. Dentro la bara che le era stata indicata non c’era neppure un frammento dell’abito “marrone a fantasia” che indossava la madre il giorno della sepoltura.
Nel 2014 era stata convocata per riesumare la salma e trasferirne i resti nell’ossario. Di fronte al suo “no, non è mia madre”, sarebbe seguita la reazione scomposta dell’operaio, una denuncia e un’inchiesta che ci consegna lo spaccato di una città che non rispetta i suoi morti.
La convocazione dei sindaco scaturisce dalla nota dei carabinieri che a conclusione delle indagini scrivevano: “Si evidenzia la totale assenza di atti amministrativi in grado di chiarire la sequenza di sepolture e tumulazioni così da fare presupporre uno scellerato utilizzo della tomba negli anni ’80-’90 caratterizzato dalla totale assenza di documenti se non quelli con i nomi dei defunti ivi posti almeno ufficialmente”.
Ai Rotoli non avrebbero avuto rispetto né per i morti, né per i vivi che piangono sulle ceneri di persone che forse neppure conoscono. Credendo di trovare sotto le lapidi il conforto dei parenti, ma non c’è alcuna certezza che vi siano davvero seppelliti i loro affetti più cari.
Nella tomba della signora Rita le bare erano ammassate. È stato lo stesso servizio cimiteriale del Comune ad ammettere che “a seguito di un monitoraggio delle sepolture nei cimiteri comunali nelle quali si è riscontrata una gestione irregolare del sepolcro”. Nel caso specifico “si evince che sono state effettuate operazioni di tumulazione di soggetti non appartenenti al nucleo familiare del concessionario”. Risultato: il Comune ha requisito la sepoltura.
Al termine delle indagini il pm Marina Ingoglia ha proposto l’archiviazione. Perché se è vero che “del registro mortuario non risulta in alcun modo l’adozione di provvedimenti cartolari da parte del personale della direzione del Cimitero dei Rotoli in grado di chiarire la sequenza di sepolture e di tumulazioni effettuati”, secondo il pm, tutto ciò non basta per “cogliersi la deliberata volontà del personale amministrativo di arrecare un danno ingiusto alla denunciante”.
Non è d’accordo il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa che imposto alla Procura ulteriori indagini che dovranno essere completate entro sessanta giorni.