Scandalo al Cas, inchiesta chiusa | Ecco chi sono i 59 indagati - Live Sicilia

Scandalo al Cas, inchiesta chiusa | Ecco chi sono i 59 indagati

L'accusa: progetti fantasma e incentivi per quasi un milione di euro. La Dia notifica gli avvisi

L'indagine di Messina
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MESSINA – Progetti fantasma e incentivi progettuali distribuiti a tavolino per quasi un milione di euro. L’inchiesta che fa tremare il Consorzio autostrade siciliane è chiusa: gli uomini della Direzione investigativa antimafia guidata da Renato Panvino hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini a 59 persone. Tra loro c’è anche Nino Gazzara, ex commissario straordinario del Cas e oggi vicepresidente: l’accusa è di “omessa denuncia di reato da parte di un pubblico ufficiale”.

Secondo le ipotesi degli inquirenti, Gazzara sarebbe stato a conoscenza della spartizione di consulenze e non avrebbe denunciato. A incastrarlo è – secondo i magistrati coordinati dal procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita – una telefonata, registrata dalle cimici della Dia il 17 settembre del 2013. A chiamare era Giovanni Nicola Lania, uomo di fiducia e dipendente, che si lamentava delle elargizioni di denaro “a titolo di incentivo progettuale – scrive il magistrato Ardita – a vantaggio anche di semplici collaboratori amministrativi del tutto estranei a qualunque tipo di collaborazione a progetti, ma ugualmente beneficiari di somme di denaro perché segnalati da alcuni dirigenti del Cas”.

Lania, mentre le cimici della Dia registravano, spiegava che nell’ufficio dell’ingegnere Maurizio Trainiti, allora direttore generale del Cas, estraneo alle indagini, Maria Lo Nostro, altra funzionaria, si era lamentata della “distribuzione degli incentivi”. Il dipendente sottolineava che “è scandaloso quello che ancora oggi si ripete”, spiegando che l’ingegnere Trainiti “aveva firmato incentivi progettuali di 5mila euro per persone che non hanno mai lavorato o che non hanno mai avuto potere determinante in questi progetti o di sola collaborazione”.

IL SISTEMA – Per ogni appalto sarebbe stato creato un gruppo di “lavoro” che comprendeva dipendenti e progettisti “compiacenti”. Dal ‘fotocopiatore seriale’, già stipendiato dal Consorzio autostrade, che incassava 200 euro per ogni progetto fotocopiato, in orario di lavoro, in triplice copia, all’ingegnere direttore dei lavori che incassava, oltre allo stipendio di dirigente, 7mila euro netti al mese per la redazione di progetti “fantasma”. Bisognava sistemare la segnaletica orizzontale dell’autostrada Messina-Palermo? Ecco pronti 11mila euro per un ingegnere, un responsabile unico del procedimento, un progettista e 5 collaboratori. Era necessario rinnovare le piante della Messina-Palermo? Sul tavolo finiscono 56mila euro per l’ingegnere Gaspare Sceusa che firma il decreto e contemporaneamente è responsabile del procedimento (12mila euro) e si avvale di un progettista, Carmelo Adaimo, 28mila euro e di una serie di collaboratori. Se, per esempio, è necessario asfaltare una parte della Messina-Palermo, scattano 126mila euro di “incentivi”, dei quali 31mila li percepisce l’ingegnere che firma il decreto, Gaspare Sceusa, mentre il resto va a un ingegnere, Alfonso Schepisi (30mila euro) e a una pattuglia di 3 collaboratori e 5 “operatori informatici”.

Il problema è che, secondo la magistratura, le prestazioni di lavoro liquidate in alcuni casi non sarebbero state effettuate, in altri casi, addirittura, sarebbero state svolte durante l’orario di lavoro: in questo modo i dipendenti sott’inchiesta avrebbero beneficiato di una doppia retribuzione. L’elenco è lungo 20 pagine, negli importi non sono compresi i costi degli appalti e delle singole manutenzioni, spesso realizzate da dipendenti del Consorzio. In pratica i soldi autoliquidati dai dipendenti del Cas si aggiungevano al costo dell’effettiva realizzazione dell’intervento.

Ci sono gli incentivi per l’asfalto posizionato tra Giardini Naxos e Giarre sulla Catania-Messina, 139mila euro, quelli per lo sfalcio delle erbacce all’altezza di Villafranca sulla Messina–Palermo, 10mila euro, le manutenzioni ordinarie, quindi già programmate, che venivano “incentivate” per cambiare le lampadine sulla galleria Barune (6.500 euro), per controllare le ventole che in pochi hanno mai visto funzionare nelle gallerie della Messina-Palermo (50mila euro), la conservazione delle piante sulla Messina-Catania (25mila euro), il rinnovo delle piante sulla Messina-Palermo (52mila euro), il ripristino degli impianti di illuminazione sulla Messina-Palermo (36mila euro). Il totale sfiora il milione di euro.

I NOMI E GLI IMPORTI – Sono accusati, a vario titolo, di aver predisposto decreti di liquidazione basati su progetti inesistenti: Giovanni Arnao, 9.779.36 euro; Baldassare Arrigo, 4.632 euro; Agostino Bernava, 2.447 euro; Francesca Bongiorno, 1.204 euro; Amedeo Branca, 5.465 euro; Mariano Giuseppe Calderone, 3.844,17 euro; Orazia Campanino, 2.651 euro; Anna Maria Carbone, 3.861 euro; Lucia Cicero, 435 euro; Carmelo Cigno, 24.812 euro; Baldassare Ciraolo, 3.319,41 euro; Costantino Crisafulli, 3.805,80 euro; Paolo Currò, 871,27 euro; Santo D’Amico, 5.792,94 euro; Santarita De Domenico, 355,25  euro; Antonino D’Arrigo, 3.687,93; Amedeo Finocchiaro, 1.268,81; Letterio Frisone, 32.223,10 euro; Giovanni Giaimo, 4.632,84 euro; Francesco Giardina, 3.844,17 euro; Giacomo Giordano, 6.703,31 euro; Carmelo Indaimo, 67.587,24 euro; Vincenzo Irrera, 4.892,68 euro; Antonino La Corte, 5.048,55 euro; Giovanni Nicola Antonio Lania, 4.214,73 euro; Antonio Lanteri, 45.362,59 euro; Giuseppe Lanzafame, 7.685,65 euro; Antonino Liddino, 36.952,02 euro; Maria Lo Nostro, 4.203,77 euro; Mario Lo Turco, 5.753,59 euro; Ernesto Maddocco, 10.227,87 euro; Stefano Magnisi, 14.872,66 euro; Corrado Magro, 113.121,08 euro; Antonino Mamazza, 3.153,15 euro; Clorinda Mifa, 3.844,17 euro; Alberto Offerente, 2.942,37 euro, Domenico Perone 6.699,42 euro; Carmelo Pintaudi, 6.714,07 euro; Angelo Puccia, 39.638,80 euro; Maria Restifa, 1.433 euro; Paolo Rinauro, 1.204,38 euro; Francesco Rizzo, 217 euro; Giuseppe Rotondo, 3.844,17 euro; Gaspare Sceusa, 158.545,80 euro; Alfonso Schepisi, 114.380,80 euro; Filadelfio Scorza, 3.409,89 euro; Anna Sitoti, 21.247 euro; Angelo Sottile, 217,82 euro; Antonino Francesco Spitaleri, 43.173,41 euro; Giovanni Uscenti, 11.328 euro; Barbara Vinci, 5.562,65 euro; Walter Zampogna, 622,42 euro; Salvatore Paolo Zumbino.


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