PALERMO – La richiesta di intervento era stata spedita al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al premier che allora era ancora Matteo Renzi, al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e alla Procura della Repubblica di Palermo. Sono stati i pm palermitani ad accoglierla. Hanno aperto un’inchiesta su Poste Italiane, partendo dalla lettera del segretario provinciale del Slp-Cisl (il sindacato dei postali della Cisl) Maurizio Affatigato.
Di spunti da approfondire ce ne sono parecchi: dalle “pressioni” e “intimidazioni” subite dai lavoratori alle “liste di proscrizione” per chi ha manifestato contro il piano di privatizzazione aziendale”, dai licenziamenti “ingiusti” alle “consulenze affidate con strane procedure”.
È stato il sostituto procuratore Francesco Del Bene a delegare la polizia giudiziaria che ha raccolto la testimonianza di Affatigato che nulla dice sull’audizione. A parlare per lui, però, c’è la lettera di metà novembre scorso, e cioè due settimane dopo lo sciopero dei lavoratori che hanno contestato il piano di privatizzazione dell’azienda: avrebbe già provocato la chiusura di alcuni uffici in giro per l’Italia e disservizi nella consegna della posta che ormai da alcuni mesi avviene a giorni alterni.
La risposta dell’azienda avrebbe dato vita a quello che Affatigato definisce un “clima repressivo e intimidatorio nel quale i lavoratori sono obbligati a svolgere le loro prestazioni”. Sembrerebbe che “sia stato negato l’accesso al premio meritocratico ai dipendenti” che hanno partecipato allo sciopero. Tutte circostanze per le quali Affatigato ha invocato l’intervento della magistratura. C’è un altro elemento che merita l’attenzione del pm Del Bene. Il segretario provinciale della Cisl Poste, infatti, nella lettera spiegava che da un lato l’Azienda ridimensiona i servizi, mentre dall’altro “come appreso da un’interpellanza (il riferimento e all’iniziativa della senatrice Alessandra Bencini) sborsa decine di milioni di euro per consulenze affidate con strane procedure”. Il fascicolo aperto al Palazzo di giustizia di Palermo è ancora a carico di ignoti.