PALERMO – “Sono vuote di dentro… si buttano sull’arancione”. Quintali di vongole, pescate abusivamente nella laguna di Venezia e di scarsa qualità, sarebbero finite anche sulle tavole dei siciliani. Una maxi inchiesta parte dal Veneto e approda nell’Isola. In particolare, a Palermo e Misterbianco. Ci sono, infatti, anche due imprenditori di casa nostra nell’elenco dei 24 arrestati nel blitz della finanza che ha sgominato un’organizzazione specializzata nel commercio di vongole pescate abusivamente. E senza alcuna garanzia di salubrità.
Agli arresti domiciliari sono finiti Giuseppe Ruggeri, palermitano di 38 anni, e Giuseppe Rotolo, 51 anni, nato a Catania, ma residente a Misterbianco. Secondo l’accusa, farebbero parte della banda che pescava tonnellate di vongole nella laguna di Venezia, raschiando e saccheggiando i fondali con sistemi e attrezzi dannosi per l’ecosistema. Una sorta di mercato parallelo e in nero per mantenere basso il prezzo. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere, ricettazione e frode in commercio al falso ideologico in atto pubblico e danneggiamento aggravato.
I fratelli Giuseppe e Francesco Ruggeri (il secondo è solo indagato) vengono indicati quali “cogestori di fatto della ditta ‘Un mare di frutti’ che avrebbe commercializzato ingenti quantitativi di molluschi provenienti dal mercato parallelo. “Gli acquisti sono tutti certificati dal punto di vista contabile e sanitario – replica il legale dei Ruggeri, l’avvocato Vincenzo Giambruno -. Ogni passaggio è stato regolarmente registrato”.
Nelle carte dell’inchiesta della Procura di Venezia si parla anche di Giuseppe Rotolo, titolare di una società che porta il suo nome e della Ittica Ravenna srl. A lui Dario Tosetto, 47 anni, di Mesola (Ferrara), titolare della Da.mas di Ariano Polesine (Rovigo), considerato uno delle menti della banda, spiegava che “se uno vuole stare a galla l’unica cosa che può fare è comprare dai banditi per poi abbattere il prezzo di quelle più alte”. Le vongole dei “banditi” erano quelli del mercato fuorilegge. Quando nel 2012 fu registrata la consegna di un carico di 526 chili i finanzieri hanno pure registrato la voce di Rotolo, il quale spiegava che le vongole erano “vuote di dentro… si buttano sull’arancione”. Non siamo riusciti ad avere una replica da parte di Rotolo o del suo legale, che agli atti risulta essere l’avvocato Aldo Ghezzo del foro di Venezia. Non era in studio al momento della nostra telefonata.
Non si sa a chi sia stata rivenduta questa partita di molluschi. Se siano stati serviti ai tavoli dei ristoranti o venduti nella grande distribuzioni. Più chiara la destinazione di decine di altre consegne. Centinaia di chili vongole già confezionate sono state esposte nei banchi frigo dei supermercati. Merce che, per ammissione degli stessi indagati, doveva essere di scarsa qualità in modo da contenere il prezzo. E adesso le indagini proseguono per completare la filiera delle vongole. Dal produttore al grossista, dal rivenditore al consumatore.