'Antiparentopoli', si ricomincia - Live Sicilia

‘Antiparentopoli’, si ricomincia

La discussione sul disegno di legge, nato come Antiparentopoli, si impantana su un nuovo rinvio a settembre chiesto del presidente della commissione Affari istituzionali Marco Forzese. Aspre le polemiche a Sala D'Ercole. Il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone rinvia tutto alla seduta che inizierà stamane alle 11.

PALERMO – Dibattito animato e inconcludente quello a cui si è assistito all’Assemblea regionale siciliana sul ddl riguardante incompatibilità ed incandidabilità dei parlamentari, meglio noto come ‘antiparentopoli’. Il testo, nella riscrittura del Governo dopo la bocciatura informale della vecchia norma da parte del commissario dello Stato, il prefetto Carmelo Aronica, è approdato nel pomeriggio in Aula, ma la seduta, andata avanti tra sospensioni, riunioni di capigruppo e richieste ufficiali di rinvio da parte della commissione Affari istituzionali non ha infatti trovato una felice conclusione.

Il governatore Rosario Crocetta ha esposto in Aula l’emendamento sostitutivo che disciplina nel dettaglio i rapporti dei deputati nei confronti di società o enti legati alla Regione: “I deputati – si legge nel testo esposto dal governatore – nel corso del mandato parlamentare non possono assumere la qualità di socio, presidente, dirigente, funzionario, dipendenti, rappresentate legale, amministratore, consulente di società o di enti che usufruiscono di un sostegno economico, finanziario o di natura autorizzatoria dalla Regione siciliana”.

Qualora si contravvenga a tale divieto – tiene a precisare il presidente – la nuova norma stabilisce “la decadenza dalla carica di deputato”. Le cause di ineleggibilità e incompatibilità dei deputati regionali vengo applicati anche nei confronti del presidente e dei componenti della giunta regionale. Il testo poi chiarisce che, nella prima fase di applicazione della legge, le cause d’incompatibilità devono essere rimosse entro 90 giorni mentre, per gli assessori componenti della giunta regionale il termine è di 30 giorni dalla nomina.

A quel punto il presidente della Commissione Affari istituzionali Marco Forzese ha spiazzato tutti: “La commissione chiede di modificare il calendario parlamentare prevedendo una finestra ad hoc dal 7 all’11 settembre per discutere di questa legge così delicata” Una richiesta di rinvio, durata pochi minuti, giusto il tempo di un paio di interventi, compreso quello del governatore Crocetta e da parte di alcuni parlamentari, prima di assistere al passo indietro dello stesso Forzese.

“Questo testo è stato rinviato già a dicembre – queste le parole di Crocetta -, è stato rinviato già diverse volte in Commissione e nella conferenza dei capigruppo si era deciso finalmente di affrontare la discussione. Un rinvio può dare l’impressione all’opinione pubblica che non si voglia mai prendere una decisione in merito”.

“Io sono dell’avviso di tornare in Aula l’11 settembre – ha affermato il deputato del Pdl  Vincenzo Vinciullo – ma non per continuare a parlare del ddl sulle incompatibilità ma per iniziare a discutere delle nuove mosse da attuare per la Finanziaria. Abbiamo preso infatti impegno con i comuni per avviare finanziamenti essenziali. Chiedo dunque al presidente Crocetta di anticipare si la riapertura dell’Ars ma solo per discutere di altri disegni di legge”.

Contro il rinvio anche il deputato Pd Antonello Cracolici: “Possiamo discutere nel merito il disegno di legge, possiamo avere opinioni diverse ma sarebbe un errore gravissimo ‘decidere di non decidere’: il rinvio a settembre del ddl antiparentopoli sarebbe un clamoroso autogol per questo Parlamento‘. So bene che si tratta di una norma particolarmente complessa anche dal punto di vista tecnico e costituzionale – prosegue Cracolici -, ma oggi più che mai l’Ars ha il dovere di prendere una posizione netta sul tema delle incompatibilità fra il ruolo di parlamentare e gli interessi imprenditoriali ed economici che hanno a che fare con la Regione”.

Sulla richiesta di rinvio, poi ritirata dal presidente Marco Forzese, si scaglia anche Vincenzo Figuccia: “I siciliani chiedono pane e non queste discussioni fumose. Siamo in una fase drammatica della nostra Regione e noi continuiamo a discutere di Antiparentopoli. L’opinione pubblica ci vede ancora a batterci su un disegno di legge che ha evidenti errori e vizi di forma”.

 A quel punto il vicepresidente dell’Ars Pogliese, dopo l’intervento del deputato Pdl Giuseppe Milazzo, sospende i lavori per consentire alla commissione affari istituzionali d’esprimersi all’unanimità sulla revoca di rinvio presentata poco prima dal presidente Marco Forzese. Lo stesso Forzese al suo ritorno in aula sorprende per la seconda volta i deputati con un ulteriore dietrofront: “La commissione a maggioranza ha deciso di mantenere ferma la prima decisione di avere ulteriori tempi visto che il nuovo emendamento riveduto è arrivato in commissione solo un quarto d’ora prima dell’inizio della seduta in Aula. Chiediamo di convocare una conferenza di capigruppo e di anticipare una seduta ad hoc fra il 7 e l’11 settembre”.


L’aula, dopo essere stata chiamata ad esprimersi sul rinvio, boccia dunque a maggioranza la decisione presa dalla commissione. Ardizzone, visto anche l’imminente discussione delle variazioni al bilancio per le somme da destinare alla tabella h, propone lo spostamento dell’Aula alle ore 11 con la riserva per i deputati di presentare i propri sub-emendamenti fino alla mezzanotte. Oggi dunque un ulteriore e forse definitivo capitolo sulla vicenda.

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