Indagato il sindaco di Mascali |"Corruzione e favoreggiamento" - Live Sicilia

Indagato il sindaco di Mascali |”Corruzione e favoreggiamento”

La Procura di Catania aveva chiesto l'arresto di Filippo Monforte, sindaco di Mascali del centrodestra, di un assessore e di un dirigente. Il Gip Rizza ha respinto. Monforte replica: "Non ho alcun collegamento con il mondo dei rifiuti". In esclusiva le motivazioni del Gip, le accuse e le intercettazioni. PRIMA PUNTATA SUI COLLETTI BIANCHI.

 

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Filippo Monforte, sindaco di Mascali

CATANIA- Un nuovo tavolino con al centro i rifiuti, il più grande affare alle falde dell’Etna. L’operazione Nuova Ionia della Dia colpisce il cuore pulsante di Cosa Nostra della provincia di Catania, accusata di aver gestito, a braccetto con colletti bianchi e imprenditori compiacenti, il business della monnezza e quello degli stupefacenti.

Tra gli arrestati spicca Roberto Palumbo, paternese, fratello del vicesindaco di Paternò Carmelo Palumbo. Roberto Palumbo è stato sino al 2007 consigliere comunale dei Ds ed assessore nelle giunte della famosa “Primavera di Paternò” di centrosinistra.

Al centro dell’indagine è finito anche il sindaco di Mascali Filippo Monforte, accusato di corruzione aggravata insieme a Rosario Tropea, assessore ai Lavori pubblici, Bruno Cardillo, dirigente comunale responsabile del Servizio LLPP e Roberto Russo, il presunto mafioso arrestato nel maggio 2012. Dopo il suo arresto è finita la pax che regnava nel settore dei rifiuti. Russo era responsabile tecno-operativo della Aimeri Ambiente e secondo gli investigatori sarebbe “elemento di spicco del clan mafiofo dei Cintorino, famiglia che insieme ai Cursoti, orbita nel clan dei Cappello/Bonaccorsi di Catania.

La Procura di Catania aveva chiesto l’arresto del sindaco di Mascali, dell’assessore Tropea e del dirigente Cardillo. Ma il Gip ha respinto la richiesta. Al centro del capo d’accusa ci sono i lavori di bonifica per la rimozione di microdiscariche che sarebbero stati affidati “con compensi maggiorati rispetto alle esigenze reali -si legge nell’ordinanza di custodia cautelare- e nonostante tali lavori fossero già ricompresi nel contratto di appalto stipulato tra Ato Ct1 Ambiente e Aimeri Ambiente”.

Il sindaco di Mascali avrebbe “accettato -si legge ancora nella richiesta di custodia cautelare respinta dal Gip Rizza- da Roberto Russo, gestore della citata cooperativa, la promessa di assunzione, con varie modalità, di soggetti dai medesimi segnalati, costituente utilità non patrimoniale idonea a consolidare la rispettiva posizione politica”.

Il Gip Marina Rizza ha esaminato gli atti puntando l’attenzione sull’intercettazione in cui il sindaco Monforte comunica a Russo: “E poi ci su … quattru amici c’hannu a travagghiari, o voi o non voi …”. Secondo l’accusa si tratterebbe della prova della richiesta di assunzione di 4 amici, secondo il Gip invece non ci sarebbe la prova della “controprestazione richiesta a fronte di una prestazione promessa o eseguita”.

Il 9 ottobre del 2008 la Dia intercetta Russo, l’assessore Tropea e il dirigente Cardillo a bordo di una vettura del comune di Mascali mentre visitano il terrirtorio alla ricerca di microdiscariche. Gli interlocutori discutono delle spese da sostenere per la rimozione dei rifiuti e la ripulitura delle aree, specificando i costi dei mezzi e del personale da impiegare, le giornate necessarie al completamento del servizio ed il sistema retributivo più conveniente per il Comune.

Il mafioso Russo suggerisce che il pagamento della bonifica delle microdiscariche deve avvenire non in base alla quantità di rifiuti asportati, ma in base alle giornate di lavoro necessarie ad asportarli. Il dirigente Cardillo, durante il sopralluogo, quantifica le spese in 7mila euro, ma suggerisce di stanziare 10mila euro per coprire anche costi futuri. Secondo Tropea, lo stanziamento di questa maggiore somma avrebbe consentito al Russo di “operare in prosieguo altri piccoli interventi”. A questo punto Tropea e Cardillo commentano la necessità di stilare un elenco di fornitori, invitando Russo a proporre la relativa domanda, nella veste di gestore della cooperativa Alkantara 2001”.

CARDILLO: … prima che poi ci cercano le ditte, vogliono sapere chi spacchio sono, tutte cos… questa qui che c’hai tu, con questa qui è scritta al commercio tutte le cose?

RUSSO: tutte le cose, sì, regolare ..

CARDILLO: hai la cosa dove c’è … <incomprensibile> … trasporti … tabella, cose di rifiuti c’è … fatelo Roberto, ascolta … poi tu la domanda l ‘hai fatta, l ‘hai fatta fare a lui, perché ora stanno facendo l’albo dei fornitori a Mascali.

RUSSO: io, allora, glieli lasciai … li mandai a Filippo.

CARDILLO: l ‘hai fatta protocollata?

RUSSO: non lo so … e non mi ricordo … la devo vedere. E guarda, caso mai prendo una copia, mando un ragazzo e gliela

faccio protocollare.

Gli investigatori hanno intercettato Russo e Cardillo mentre discutevano della carenza di fondi dell’Ato e dell’inopportunità di sostituire l’Ato con un consorzio di comuni. Cardillo rassicura Russo sul mantenimento, in capo alla Aimeri, dell’appalto in regime di prorogatio.

Secondo il Gip Marina Rizza “allo stato difetta il presupposto della contrarietà ai doveri d’ufficio dell’atto che il Monforte, il Tropea ed il Cardillo intendevano compiere, parimenti non si rinviene alcun elemento dal quale poter desumere, come già anticipato, l’avvenuta pattuizione di una controprestazione prevista quale corrispettivo sinallagmatico del detto atto, costituita dalla promessa di assunzione da parte della Aimeri Ambiente di personale segnalato dal Cardillo, o dal Monforte, o dal Tropea, non essendo stato rappresentato alcun sia pur minimo punto di raccordo che colleghi il previsto affidamento alla cooperativa Alkantara del servizio di rimozione rifiuti nei termini sopra descritti con tali sollecitate assunzioni”. Con queste premesse è stata respinta la richiesta di arresto a carico del sindaco di Mascali, dell’assessore Tropea e del dirigente Cardillo.

Il sindaco Filippo Monforte, contattato da LivesiciliaCatania, tiene a precisare di essere all’oscuro dell’esistenza di un’indagine a suo carico. “Stamattina sono stato in giunta -spiega- poi ho appreso dell’esistenza di un’operazione della Dia sui rifiuti. Sino a questo momento non mi è stato notificato alcun atto. Ho sempre agito con la massima correttezza e trasparenza in ogni settore e non ho mai avuto a che fare con il mondo dei rifiuti”.


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