Imputazioni, manette e condanne degli onorevoli dell’Ars: l’indagometro di Livesicilia sale a quota 24. La classifica è stata aggiornata nottetempo. L’Mpa ha un indagato in meno: l’onorevole Paolo Ruggirello, la sua posizione è stata archiviata. Ma contemporaneamente annotiamo un’indagine in più per l’onorevole Giuseppe Arena, sempre Mpa. New entry nel Pdl e nell’Udc. E’ stata archiviata l’indagine sull’onorevole Paolo Ruggirello, accusato di istigazione alla corruzione, minaccia a pubblico ufficiale e oltraggio ad un corpo politico amministrativo. Il Gip del Tribunale di Trapani, Lucia Fontana, ha accolto le richieste del Pm. Durante le indagini non sarebbe stata riscontrata la valenza “propriamente minacciosa” degli indagati; per questo, la vicenda, scaturita da contrasti politici, si è risolta a favore di Ruggirello. Gli elementi raccolti non sarebbero stati idonei a sostenere le accuse in giudizio.
In casa Mpa sono state aggiornate le indagini a carico di Giuseppe Arena, indagato nel processo per le promozioni facili al Comune, ma anche, nella qualità di ex assessore di Umberto Scapagnini, è stato rinviato a giudizio per falso ideologico nel processo sul buco di bilancio cittadino. Da notare che nello stesso procedimento in cui Arena è imputato per il suo ruolo politico, alcuni tecnici sono stati assolti dall’accusa di abuso d’ufficio: l’ex ragioniere generale Francesco Bruno, l’ex assessore Nino D’Asero (PDL) e Orazio D’Antoni (MPA). Insieme ad Arena è però imputato uno dei primi ragionieri generali del Comune, Vincenzo Castorina, ma anche altri 12 assessori (Francesco Caruso(PDL), Mario De Felice(MPA), Filippo Drago(PDL), Stefania Gulino(MPA), Santo Ligresti(MPA), Giuseppe Maimone, Domenico Rotella(PDL), Salvatore Santamaria, Giuseppe Siciliano, Nino Strano(PDL), Giovanni Vasta(PDL) e Giuseppe Zappalà(MPA)), che avallavano politicamente quanto predisposto dai tecnici.
I legali degli imputati, al momento del rinvio a giudizio, con la caduta del capo di abuso d’ufficio, hanno mostrato notevole fiducia nella possibile assoluzione. Per esempio, l’avvocato Francesco Strano Tagliareni, fratello e difensore dell’onorevole Nino Strano, ha detto: “Sarà molto difficile adesso per l’accusa dimostrare che un assessore possa firmare un atto, vistato da tecnici e esperti qualificati che ne danno parere positivo, sapendo di commettere un falso”.
Nella classifica entrano Nino D’Asero del Pdl, indagato per abuso d’ufficio nel procedimento per le “promozioni facili” del Comune di di Catania. Per la stessa inchiesta entra in classifica l’onorevole Marco Forzese dell’Udc. Si tratta di un’indagine in fase embrionale, non ancora conclusa. L’accusa, sostenuta dal procuratore capo Michelangelo Patanè e dal pm Alessandra Chiavegatti, indaga su un danno patrimoniale di circa 18milioni di euro causato da presunti concorsi truccati, consulenze e assunzioni di personale senza coperture in bilancio. Tra gli indagati c’è anche Raffaele Lombardo, nella qualità di vicesindaco di Umberto Scapagnini. Con quest’inchiesta sale a tre il numero di indagini a carico del presidente della Regione di cui siamo a conoscenza: concorso in associazione mafiosa (posizione stralciata, inchiesta revocata ai pm che avevano chiesto il rinvio a giudizio, il presidente si è detto sempre estraneo ai fatti confermando esclusivamente “rapporti che nascono in politica” con boss e pregiudicati); inchiesta sul disastro ambientale di Pasquasia, Lombardo è stato interrogato ed ha commentato: “Abbiamo esibito il materiale in nostro possesso e collaborato in maniera totale e credo esaustiva all’accertamento delle responsabilità”; e, appunto, l’inchiesta sulle promozioni facili.
Fatte queste premesse, il partito al primo posto all’Ars per numero di indagati è l’Mpa(6) considerando Raffaele Lombardo, seguito dal Pdl (5), Pd(4), Pid (3), Udc (2); Fds (2) e poi chiudono la classifica Sicilia Vera con il leader Cateno De Luca (ai domiciliari), e Alleati per la Sicilia con Giovanni Cristaudo indagato per concorso in associazione mafiosa.