Catania – Autorità civili e militari presenti alla celebrazione del 239mo Independence day degli Stati Uniti. Al Castello Ursino di Catania, la Console Generale per il Sud Italia Colombia Barrosse ha ripercorso le tappe fondamentali che hanno contraddistinto l’impegno del popolo americano per l’affermazione delle libertà democratiche, anche al di fuori dei confini nazionali. “La dichiarazione di Indipendenza – ha dichiarato la Console Barrosse – non sancì solamente l’emancipazione dal dominio coloniale, si trattò soprattutto di un progetto per il futuro”. Il primo stato della modernità che si organizzò secondo principi democratici, e un popolo che “ha emendato tante volte la Costituzione”, adattandosi all’evoluzione della società.
Significativa la recente sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha stabilito il principio di non discriminazione delle cittadine e dei cittadini dello stesso sesso che vogliono unirsi in matrimonio. Traguardo raggiunto oltreoceano mentre in Europa e soprattutto in Italia l’opinione pubblica e la politica dibatte ancora tra concessione di diritti e conservatorismo. Un contributo alla sensibilizzazione su questi temi può arrivare dalle amministrazioni locali. “La decisione della Corte Suprema è importante per i cittadini americani – dichiara ai nostri microfoni Colombia Barrosse – ma può servire d’incoraggiamento per tutte le istituzioni e le organizzazioni che lavorano per questo, lavorando insieme si possono trovare soluzioni per espandere la sfera dei diritti individuali e mutare lo status quo”. Proprio nella città etnea è previsto per il 4 luglio prossimo il Cataniapride, manifestazione per i diritti delle persone LGBT.
Anche il sindaco di Catania Enzo Bianco testimonia il legame storico culturale tra le due nazioni, citando gli episodi tragici della seconda guerra mondiale e la liberazione dal nazi-fascismo. Anche la ricostruzione post bellica fu un processo che consentì il consolidamento dei valori di libertà e democrazia nell’Italia devastata dalla guerra. Eventi storici richiamati anche dal Presidente della Regione Rosario Crocetta, il quale ricorda l’entusiasmo del padre quando gli americani sbarcarono a Gela – prima città d’Europa liberata – nonostante i bombardamenti gli avessero distrutto la casa. Il presidente Crocetta punta ancora sulla forza dei valori condivisi, i quali secondo il presidente della regione “devono far superare atteggiamenti critici che alcuni siciliani hanno nei confronti della presenza militare americana in Sicilia”.