Palermo, Il mobiliere, il bar...: giro del pizzo fra le Libertà e Daita

“Il mobiliere, il bar…”: il giro del pizzo fra via Libertà e via Daita

Gli uomini del racket intercettati in macchina

PALERMO – Con il pizzo non si fanno i soldi, ma i boss mantengono il controllo del territorio. Le regole sono quelle di sempre. Si bussa alla porta di tutti gli operatori economici sulla base di una rigida spartizione geografica della città. Pagano in tanti, denunciano in pochissimi.

I poliziotti della squadra mobile hanno intercettato Settimo D’Arpa e Mario Muratore, due dei diciotto arrestati del blitz coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, mentre in auto facevano il giro delle estorsioni. Parlavano del “carnezziere”, “del mobiliere”, di “quel cornutazzo del bar” a cui bisognava dire: “Mi devi dare il mensile… invece di chiedergli tipo tremila e tremila…” a Pasqua e Natale, giorni canonici per la riscossione delle estorsioni.

Nel corso di un’altra conversazione fra Salvo Genova, Mario Napoli, Sergio Giannusa e Salvatore Castiglione si discuteva dei confini fra mandamenti. I negozi di via Libertà ricadono sotto il controllo di Resuttana mentre quelli di via Gaetano Daita, ad esempio, sono di competenza “del Borgo”, e cioè della famiglia mafiosa che fa parte di Porta Nuova.

Di pizzo si parlava anche nella conversazione fra Settimo D’Arpa e la compagna. L’uomo la invitava a stare in silenzio al telefono. Ed invece la donna rivelava la sua appartenenza a Cosa Nostra. “Te lo dico fai lo scaltro, perché non chiami a tutti i mafiosi che hai… te lo dico davanti a tutti!”, diceva lei. “Io non ne ho mafiosi”, tentava di difendersi lui. “Io non conosco nessuno di sti mafiosi…”, continuava. Ma la compagna non si fermava. “Te lo giuro su Dio, che se io ti vedo io ‘l’ho lasciato perché domandava il pizzo, ti giuro che lo faccio”. “Ma te ne accorgi delle cose che dici al telefono?”, sbottava preoccupato D’Arpa.

“Sì perché la verità… è la verità”, insisteva la donna. La discussione proseguiva in un’altra telefonata. “Non siamo in via Sciuti, non siamo in via Notarbartolo che facevi spaventare i commercianti. Qua stai parlando con una persona”, aggiungeva la compagna senza mezzi termini. “Capito? Con una donna. Sì, stai parlando con una donna, non stai parlando con un commerciante che vuoi intimorire le persone, perché sapete fare solo questo…”, lo apostrofava. “Io? – rispondeva D’Arpa – Ti sto pure bloccando nelle telefonate e messaggi. Ciao, buonanotte”.


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