Ingroia perde Ginsborg, | ma avrà l'appoggio della Marano - Live Sicilia

Ingroia perde Ginsborg, | ma avrà l’appoggio della Marano

Antonio Ingroia

Il fondatore di Alba lascia con qualche polemica. "Non mi riconosco più in 'Cambiare si può', non è quello che avevamo pensato". Pomo della discordia la presenza ingombrante dei partiti nello schieramento che sostiene l'ex pm.

Verso le politiche
di
2 min di lettura

PALERMO – Primi grattacapi per Antonio Ingroia e la sua “Rivoluzione civile”, che deve tenere assieme partiti e movimenti della sinistra, dove giostrano profili diversi. E’ il caso di Paul Ginsborg, ideologo e fondatore di Alba, che costituisce uno degli architravi di “Cambiare si può”, al cui interno però convivono inoltre partiti come Italia dei valori, Rifondazione comunista e Partito dei comunisti italiani. Proprio la presenza dei partiti è uno dei nodi che rischiano di dar vita ai mal di pancia dentro “Cambiare si può”, anche se la questione dei simboli pare superata. Niente falce, martello e gabbiano dipietrista nel logo “Rivoluzione civile”. Ciò non di meno, Ginsborg, e con lui una buona fetta di Alba, fa un passo indietro.

Lo storico anglo-italiano per prima cosa sottolinea come “l’unico vero leader della società civile” fosse Maurizio Landini, che “per ragioni più che legittime” aveva però manifestato la propria indisponibilità a un investitura da candidato premier. Il referendum interno allo stesso movimento ha però avallato la trattativa – ancora in corso – con Antonio Ingroia. “Lascio a parte la strana composizione dell’elettorato del referendum – scrive Ginsborg – e l’improvvisa e massiccia presenza di Rifondazione comunista in quello che doveva essere per definizione un appello e una lista non-partitici (almeno io l’avevo capito così, ma forse sbagliavo). Non ha importanza. E’ del tutto evidente che i rappresentanti del ‘Si’ devono andare avanti e in tutta fretta, rivedere Antonio Ingroia e fare il loro meglio per creare una lista più decente possibile”.

Un endorsement molto stiracchiato dunque, che non cancella la perplessità del fondatore di Alba, acronimo di Alleanza per il lavoro beni comuni e ambiente, nata nello scorso aprile assieme a Maurizio Revelli. “Io voterei quella lista e consiglierò di votarla – afferma Ginsborg – . Ma lo farò con la piena consapevolezza che non è la cosa per cui mi sono battuto in questi mesi. Non ho nulla contro coloro che vogliono continuare con ‘Cambiare si può’, ma non mi riconosco più in quel progetto e insieme a me penso la maggioranza dei promotori della lista stessa”.

Intanto, Giovanna Marano appoggia ufficialmente la nuova compagine politica guidata dall’ex pm. Ad annunciarlo la stessa sindacalista Fiom, che dopo la conclusione della campagna elettorale, conclusa con un risultato non entusiasmante a seguito del “pasticcio Fava”, non si era più affacciata al palcoscenico della politica.

Ma non solo Paul Ginsborg e una costola di Alba scaricano Ingroia. Anche un altro promotore di primo piano di “Cambiare si può” come Chiara Sasso, esponente del Coordinamento Rete dei comuni solidali, fa un passo indietro. Proprio la Sasso racconta in un post sul sito di “Cambiare si può” il proprio incontro con Antonio Ingroia e Leoluca Orlando, avvenuto a Roma negli ultimi giorni di dicembre: “Il famoso passo indietro dei partiti non solo non è stato fatto, ma se l’hanno fatto è stato per prendere la rincorsa e farne due in avanti, azzannati alla gola”, queste le sue parole.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI