"Soldi alla mafia per i voti". Papania: "Ci ha fatto buttare duemila euro" - Live Sicilia

“Soldi alla mafia per i voti”. Papania: “Ci ha fatto buttare duemila euro”

Le intercettazioni sull'ex senatore finito in carcere

L’accusa per l’ex senatore del Pd Antonino Papania è pesante: scambio elettorale politico-mafioso. Le intercettazioni disposte della Procura di Palermo svelerebbero che il politico ha pagato duemila euro ai mafiosi per un pacchetto di voti.

Il nome di Papania fa parte dell’elenco di dieci arrestati. A firmare l’ordinanza di custodia cautelare è il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto su richiesta del procuratore Maurizio de Lucia, dell’aggiunto Annamaria Picozzi e dei sostituti Francesca Dessì, Pierangelo Pavova e Maria Pia Ticino.

Papania, coinvolgendo l’ex vice sindaco di Alcamo Pasquale Perricone, avrebbe chiesto a Giosuè Di Gregorio, considerato legato a Cosa Nostra, di procurare voti per Angelo Rocca, candidato alle Regionali del 2022 per il movimento “Via”.

Numerosi incontri prima del voto

L’ex senatore avrebbe evitato di frequentare un bar di Alcamo, base operativa di Francesco Coppola indicato come il reggente della famiglia mafiosa. Poco prima delle elezioni, però, i poliziotti hanno monitorato numerosi incontri fra Perricone e Di Gregorio. Il primo diceva al secondo: “Questa cosa di ste Regionali ci interessa vedi ah… e delle Nazionali pure”. Di Gregorio parlava di “qualcosa da dare”, di “quanti voti prendiamo” e ” di “una ventina di euro”.

Ci sono stati dei successivi appuntamenti. Al termine di uno di essi Di Gregorio disse al fratello: “Dobbiamo votare a questo… e il senatore mi ha dato duemila euro che mi darà mercoledì, Papania… hai capito…”.

“Ti ha dato soldi?”

“Ti ha dato i soldi?”, chiedeva il fratello. “Neanche li ho contati, questo dice è un acconto, poi in questi giorni mi porta un’altra cosa”, rispondeva Di Gregorio. “Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette otto… ventisette, ventotto, ventinove…”, si sentiva mentre contava le banconote. “Basta, non li contare, mica si contano i soldi, non solo mi ha regalato soldi e tu che fai, li conti”, diceva stizzito Di Gregorio.

In un successivo incontro Di Gregorio si sbilanciava con un uomo dell’entourage di Papania: “Questo già sono tutte cose sicuri, gli possiamo dare pure le sezioni”.

Rocca raccolse 3.361 preferenze, ma non riuscì ad ottenere un seggio all’Ars. “Tra Marsala e Salemi un mare di voti gli ho raccolto”, diceva Di Gregorio, mostrandosi comunque soddisfatto per il lavoro svolto.

Le reazione di Papania

Papania la pensava in maniera diversa: “Pasquale (Perricone, ndr) lo scienziato della politica… ci ha fatto buttare duemila euro per fare mangiare la pizza a quattro spacciatori a Trapani... sì e no ci hanno portato trenta voti… un mare di soldi… questo Giousuè… nuddu miscatu cu nienti… ci voleva qualche amico giusto e lo faceva sminchiare… perché questo si meritava…”.

Papania sembrava rimpiangere il passato: “Persone serie non ce n’è più, anche questo mondo collaterale di una volta, per quanto deprecabile, un suo senso ce l’aveva… ora corri il rischio di farti male e basta. Qua non se ne capisce più niente, chi conta, chi comanda, la confusione più totale”.


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