Inizia la scuola, ma non per tutti |L'appello del papà di un disabile - Live Sicilia

Inizia la scuola, ma non per tutti |L’appello del papà di un disabile

La Fondazione Èbbene invia alle redazioni catanesi una lettera, la stessa inviata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella quale racconta la storia di Domenico D'Antonio. Una storia che potrebbe essere quella di tutti.

lettera in redazione
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CATANIA – Oggi dovrebbe essere il primo giorno di scuola, purtroppo non è così per tutti. La Fondazione Èbbene invia alle redazioni catanesi una lettera, la stessa inviata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella quale racconta la storia di Domenico D’Antonio. Una storia che potrebbe essere quella di tutti. Di seguito il testo.

“Gentilissimi Presidente del Consiglio dei Ministri Ministro dell’Istruzione,
approfitto dello strumento di comunicazione che offrite e della vostra venuta in Sicilia, a Palermo, per l’avvio dell’anno scolastico. Sono il papà di un ragazzo disabile iscritto a frequentare, per l’anno scolastico che sta per iniziare, la seconda classe della scuola media. Come ogni anno per questi alunni, inizia un calvario a noi molto noto. A tutt’oggi non sono state nominate le assistenti igienico sanitarie previste per l’assistenza dei disabili a scuola. lo scorso anno dopo pressioni e insistenze, mio figlio ha potuto iniziare ad andare a scuola a novembre. Quest’anno si ripete l’indecoroso rimando di responsabilità tra scuola e assessorati: manca l’approvazione del bilancio, la nomina della ditta a cui affidare il servizio”.

“Dopo seguiranno gli immancabili ricorsi delle ditte escluse e forse, per Natale inizierà la scuola per questi cittadini senza diritti, senza voce. L’inaugurazione dell’anno scolastico prevista per lunedì in questo senso è un insulto. Ma per chi sarà inaugurato? mio figlio lunedì vorrà andare a scuola a riabbracciare i sui compagni e i sui splendidi insegnanti, con cui ha costruito relazioni umane ed educative stupende. Ma per lui, e per gli altri ragazzi come lui, non c’è posto”.

“Mi chiedo cosa dovrò dire a mio figlio lunedì, quando i suoi fratelli, con lo zaino in spalla andranno, e lui rimarrà a casa. Continuo a chiedermi se questa è la società che vogliamo costruire, anche attraverso la scuola. Una società “che non tiene il passo dello zoppo e del cieco , dell’orfano e della vedova dell’anziano e della partoriente, non è una società, ma una accozzaglia di persone” (cit. Don Oreste Benzi). Questo il nostro sindaco e il nostro presidente del consiglio lo sanno? Li invito entrambi alla scuola Leopardi di Catania, prendiamoci un gelato insieme, offro io. Poi spiegheranno loro a lui perché non può andare a scuola”.

Domenico D’Antonio Catania

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