PALERMO – “Darsi un voto è poco elegante, è un gioco che facevo sempre con i miei studenti ma capivo di metterli in imbarazzo. Però guardando a questi tre anni mi sentirei di poter avere almeno un’ampia sufficienza, considerando il punto di partenza che era ben sotto lo zero”. Il 2025 volge al termine ed è tempo di bilanci, anche per Roberto Lagalla.
Il sindaco di Palermo, alla guida della città dopo il decennio orlandiano, non eccede in generosità, almeno con se stesso. E’ più prodigo con la sua giunta, che promuove “nell’ensemble”. Un modo elegante per dire che non tutti brillano. L’ex rettore però è abituato a metterci la faccia, anche quando le critiche appaiono feroci, come nel caso della ruota panoramica spuntata tra i palazzi di via Amari. “Posso essere d’accordo con chi non è d’accordo, ma è una polemica destinata a durare pochi giorni, finirà e potremo immaginare per il futuro altre soluzioni”.
Il tema più caldo rimane quello della sicurezza. Le sue parole su quanto accaduto a piazza Nascé?
“L’atto si commenta da sé, a metà tra la scelleratezza e l’idiozia. Di certo poteva arrecare danni maggiori di quelli pur deprecabili che ha arrecato. Si tratta di un episodio isolato che mantiene alta l’asticella del controllo del territorio”.
Se guardiamo a questi tre anni ci sono stati l’omicidio di Paolo Taormina, la sparatoria di Monreale, i furti con spaccata…
“E’ un fenomeno che, come si evince dalle statistiche, interessa tutta l’Italia e in particolare tutte le città metropolitane. Ne abbiamo esempi quotidiani, anche se poi, per quel che vale, il numero complessivo dei reati diminuisce. Occorre attrezzarsi per contrastare quelle forme striscianti e imprevedibili di violenza urbana che scattano nei modi più impensati. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza sta facendo ogni sforzo ed entro fine anno rafforzeremo il contingente dei vigili con 104 unità che andranno sulle strade. Stiamo inoltre immaginando di sperimentare un servizio di vigilanza integrata con i privati, ma agiremo anche sulle leve del sociale e dell’educazione civica”.
Come coinvolgerete i privati?
“Con la vigilanza privata a supporto delle attività della Polizia municipale, affidando postazioni fisse che così sarebbero presidiate liberando i vigili per ulteriori attività”.
Le opposizioni hanno presentato un esposto per l’affidamento delle attività culturali e sportive…
“Un esposto che era stato presentato anche nel 2018 contro il sindaco Orlando. La storia si ripete, anche se cambiano i governi. Gli uffici chiamati in causa dimostreranno la bontà delle procedure seguite”.
Le minoranze in precedenza avevano presentato anche un altro esposto, quello sui tributi…
“Un esposto sine materia, che si è voluto strumentalmente collegare a un procedimento disciplinare verso un dirigente di cui non si occupa il sindaco ma la parte amministrativa del Comune. L’esigenza di rafforzare il servizio di riscossione è un fatto politico di assoluta rilevanza e di importanza economica e amministrativa. Seguire l’esempio di tante città italiane nella riscossione coattiva è una buona pratica che abbiamo esplorato, ma ci siamo fermati”.
Avete rinunciato quindi?
“C’erano alcune riserve da parte degli uffici e quindi si è cercato di comprendere come possano essere superate. Tanto rumore per nulla”.
I fatti recenti raccontano una città in cui si paga il pizzo, si spaccia droga, si spara… Secondo lei Palermo in questi ultimi vent’anni è cambiata o è rimasta, in fondo, uguale a se stessa?
“E’ certamente cambiata nella percezione nazionale e internazionale. Abbiamo alcuni dati che ce lo dimostrano: il pil cresce come il turismo, specie quello internazionale, la valorizzazione delle tecnologie digitali fanno di Palermo la città col maggior consumo mensile di gigabyte, più di Milano e Torino. Abbiamo favorito l’insediamento dei nomadi digitali, il ‘south working’ e l’arrivo di companies delle tecnologie digitali: una politica che si è dimostrata una mossa vincente”.
Parliamo di Mondello, al di là della querelle con Ismaele La Vardera…
“Nessuna querelle, La Vardera mi ha chiamato in causa dandomi dell’omertoso, il minimo è ristabilire la verità”.
Ma che idea si è fatto della vicenda dell’Italo-Belga?
“Quella di qualunque lettore che legge con spirito critico e senza pregiudizi i giornali”.
Cosa accadrà a Mondello?
“I provvedimenti sull’attuale concessione, quindi fino al 2027, sono di assoluta competenza regionale, trattandosi di demanio marittimo. Il Pudm (piano d’uso del demanio marittimo, ndr) è stato adottato dopo un confronto articolato, ci saranno più spazi destinati al libero accesso al mare e aree di concessione non cumulabili tra loro. Ci sarà una pluralità di soggetti e operatori che oggi non c’è”.
L’ha convinta la scelta di piazzare la ruota panoramica tra i palazzi di via Amari?
“E’ la solita polemica. Posso essere d’accordo con chi non è d’accordo, ma come qualcuno ha fatto intelligentemente notare si tratta di una polemica destinata a durare dieci o quindici giorni. Magari potremo immaginare altre soluzioni per gli anni a venire”.
Il consiglio comunale, in extremis, ha messo in sicurezza il tram. Ma il progetto di farlo passare per via Roma è definitivamente tramontato?
“Parliamo di un progetto generale che evidentemente si alimenta di stralci, in relazione alle disponibilità finanziarie. Abbiamo ritenuto più urgente e utile alla mobilità realizzare, prima di ogni cosa, il perimetro esterno per collegare il tram al passante e all’anello ferroviario, realizzando l’inter-modalità. Abbiamo quindi cambiato ordine di priorità, anticipando prima di tutto la connessione tra due emi-sistemi che oggi non dialogano. Questo ci permetterà di avere già una prima parte del perimetro che andrà da piazza Giachery fino alla stazione centrale, passando per via Notarbartolo e viale Regione siciliana. Il tratto di via Libertà costituirà l’ultimissima parte di questo stralcio e dovremo valutarlo, anche in termini di impatto sul centro storico”.
Ma troverete i finanziamenti?
“Prima li cercheremo per tratte più importanti come quelle che collegheranno le borgate marinare, a partire da Mondello e Sferracavallo”.
I dati dell’Ispra dicono che Palermo è ancora fanalino di coda per la differenziata…
“Chiudiamo il 2025 con la differenziata al 30%, il doppio di quella che abbiamo trovato nel 2022 e che era inchiodata da parecchi anni. Auspichiamo che, con l’estensione del porta a porta a 450 mila utenti, possa aumentare ulteriormente, anche se gli abbandoni abusivi non aiutano a raggiungere il miglior risultato”.
E’ soddisfatto del lavoro delle partecipate?
“Io ricordo ancora le foto delle montagne di rifiuti per strada, oggi vediamo nuovi operatori ecologici in azione, nuovi mezzi, una differenziata più estesa e una raccolta più regolare. Roma non è stata fatta in un giorno, continueremo a potenziare la Rap. Amat ha introdotto un parco mezzi che non esisteva, ecologicamente sostenibile e ha migliorato, come Rap, il quadro economico. Scusate se è poco”.
Passiamo alla politica. Lei è tra i fondatori di Grande Sicilia, se n’è pentito?
“Assolutamente no”.
Nel 2027 si ricandiderà a sindaco?
“Lo dico in tutte le circostanze, che riguardino me o altri: credo sia naturale, quando scade un periodo di governo, che si possa prevedere la ricandidatura dell’uscente. Si parte da questa ipotesi di lavoro”.
Ma le piacerebbe?
“Abbiamo iniziato un lavoro che sta mostrando i suoi primi risultati, dopo due anni passati ad aggiustare i conti del Comune. Sarebbe un peccato interromperlo”.
L’assessore Brigida Alaimo, di FdI, resterà al suo posto o è destinata ad andare alla Regione?
“Questo bisogna chiederlo a Brigida Alaimo”.
La Dc è in forte difficoltà e si vocifera che molti siano pronti a cambiare partito, anche a Sala Martorana. Rimarranno in giunta?
“Finché avranno rappresentanza consiliare, certamente. Quello della Dc è un gruppo che sostiene l’azione del governo e fin qui lo ha fatto lealmente e senza contestazioni”.
Quindi nessun automatismo con quello che succede alla Regione?
“Assolutamente no”.
Si parla di un possibile rimpasto, nei prossimi mesi…
“Lo apprendo da voi”.
E’ contento dei suoi assessori?
“Sono contento nell’ensemble”
Se dovesse darsi un voto, quale sarebbe?
“Diciamo che è poco elegante farlo, è un gioco che facevo sempre con gli studenti che interrogavo e capivo di metterli in imbarazzo. Però mi sentirei, senza pretendere troppo, di poter avere almeno un’ampia sufficienza, considerato il punto di partenza che era ben sotto lo zero”.
I palermitani cosa devono aspettarsi nel 2026?
“Si devono aspettare l’ulteriore valorizzazione di quei segnali che abbiamo cominciato a dare in termini di infrastrutturazione, tanto degli assi viari quanto degli impianti idrico-fognari o di illuminazione, il raddoppio del Ponte Corleone, il completamento degli impianti sportivi. Una serie di azioni e interventi che mirano sempre di più a qualificare la città, a tenere alta la guardia sul tema della sicurezza, soprattutto sulle marginalità sociali e sull’impegno per le periferie”.
Oggi è Natale: che augurio vuol fare ai cittadini?
“Insieme possiamo fare tanto e sono convinto che se l’amministrazione, come ha cercato di fare in questo anno, si manterrà credibile ed operosa, potrà fare ancora di più grazie all’apporto di tutti i palermitani. Invio ai cittadini gli auguri per un santo e sereno Natale e per un nuovo anno ricco di soddisfazioni”.

