"Io, compagna di un detenuto" - Live Sicilia

“Io, compagna di un detenuto”

Una lettera firmata scritta in un italiano sofferto. Racconta una storia sofferta. L'abbiamo pubblicata come commento. La riproponiamo.
Le nostre prigioni
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Sono la convivente di un detenuto catanese, che si trova nel carcere di Caltanissetta. Dopo tanti sacrifici per farlo iscrivere al sert, oggi non ho concluso nulla.

Ha da 4 mesi che aspetto risposta il programma è stato chiuso ma non è stata data nessuna risposta le possibilità di disintossicamento sono due o viene mandato in una comunità oppure gli vengono dati gli arresti e si cura fuori…ma nessuna delle due cose è stata fatta… tutti i programmi parlano dei diritti dei detenuti, del sovraffollamento delle carceri ma sono solo parole discorsi e fiato sprecato…

Oggi io sono in una grave situazione depressiva dopo l’arresto del mio convivente ho perso mio figlio sono sotto cura da una psicologa e dallo psichiatra seguo una cura di farmaci la mia depressione è molto grave, l’avvocato chiede gli arresti domiciliari facendo presente al giudice tutte le mie documentazioni cartella clnica del ricovero di 8 giorni in clinica e con la speranza almeno di salvare queta gravidanza ma non ci sono riuscita, documenti che dischiarano la mia depressione ma non è stato possibile.

Hanno rigettato gli arresti domiciliari con la motivazione che io per la magistratura sono solo una compagna non sono nessuno per loro… entrando al tribunale si legge ovunque LA LEGGE è UGUALE PER TUTTI. non è vero la legge viene fatta a modo loro. Ha 3 mesi che vorremmo sposarci al’interno del carcere ma non è possibile ci sono sempre novità… dove sono questi diritti?


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