Ipse dixit, le parole di Zamparini - Live Sicilia

Ipse dixit, le parole di Zamparini

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Sperando di riuscire ad essere obiettivo, vorrei fare un’analisi puntuale delle dichiarazioni del Presidente Zamparini subito dopo la sconfitta interna nell’amichevole con i turchi del Fenerbahce ed esprimere le mie riflessioni di vecchio tifoso che assiste attonito al deterioramento di un rapporto che raggiunse lo Zenit ai tempi dell’agognato ritorno in Serie A e che oggi è in pieno Nadir. Ecco il mio semplice “copia e incolla”.

“Nessuno della stampa locale, ma attenzione, anche quella nazionale ha sottolineato che quest’anno ho messo su la squadra più forte di sempre, anche senza Pastore che ho sostituito con Zahavi che sarà una delle rivelazioni del prossimo campionato”.

La consueta dichiarazione “di stagione” sulla “squadra più forte di sempre”, pur a mercato ancora aperto, cozza contro l’opinione diffusa secondo cui il Palermo ha alcune gravi lacune. Posto che Sorrentino deve arrivare e dimostrare di essere più forte di Sirigu, le imminenti operazioni in entrata prevedono la sostituzione del terzino destro e l’arrivo dell’ennesimo trequartista. E’ chiaro a tutti, tranne che al Presidente, che a questa squadra manchi l’uomo d’ordine e di qualità a centrocampo (a meno che non si consideri tale il modesto Bacinovic) e un ariete che possa sostituire all’occorrenza il precario Pinilla.

“La verità è che un nuovo allenatore deve avere il tempo di lavorare e di insegnare ai suoi giocatori nuove idee di calcio. Pioli sta lavorando bene, ha iniziato con un modulo per poi cambiarlo ma solo cercando di dare alla squadra il giusto equilibrio. E in pochi lo capiscono”.

A me pare che Pioli, che in passato ha sempre giocato con la difesa a quattro, e il nucleo storico del Palermo abbiano accettato obtorto-collo un diktat presidenziale incomprensibile alla luce dell’organico. E’ evidente che esso abbia solo fatto perdere circa un mese di tempo nella fase cruciale della preparazione pre-campionato.

“La frattura da cosa nasce? Nasce l’anno scorso con Delio Rossi che ha lavorato non con la società ma per se stesso creando la sua frangia”.

Che un allenatore sia capace di conquistare la stima umana e professionale dei propri giocatori è solo una nota di merito. Per quanto concerne noi tifosi, iniziammo ad amare Delio Rossi fin dal suo arrivo a Palermo quando, sostituendo il precedente allenatore che blaterava di scudetto, dichiarò che non faceva il piazzista e che credeva solo in tre cose: “il lavoro, il lavoro, il lavoro”. Da allora Delio Rossi ha svolto il suo lavoro con passione e dignità facendo, come è normale che sia, anche alcuni errori. Tra questi, il più grave fu quello di tornare a Palermo dopo il disastroso interregno di “Perse” Cosmi. Perché a quel punto forse il Presidente avrebbe compreso cosa vuol dire “lavorare per sé stesso e non per la Società”.

“Poi il rapporto con la stampa è difficile, io dico cose scomode e non ho la stampa di Palermo a favore, loro a Palermo non sono partigiani, è un atteggiamento strano. Loro dicono di stimarmi, però poi non sostengono la squadra”.

Sarà, ma a me sembra che la stampa di Palermo sia sempre stata, con qualche sporadica eccezione, troppo “morbida”. Per informazioni sull’argomento, il Presidente potrebbe rivolgersi a qualcuno dei Suoi colleghi come Della Valle o il famoso latinista Lotito.

“Ho chiamato oggi il mio ufficio stampa e il mio amministratore delegato e ho detto che li caccio via tutti. La mia società ha contribuito a creare questo clima negativo. La settimana scorsa ho dovuto fare una nota per chiarire come abbiamo speso i soldi. Saremo la società che ha speso di più sul mercato”.

Che la colpa del mancato gradimento della condotta della Società sia dell’Ufficio Stampa o di Sagramola è risibile e offensivo per chi la giudica. Il fatto che il Palermo sia la Società che ha speso di più sul mercato con i risultati sul campo e al botteghino che sono sotto gli occhi di tutti è un’attestazione di responsabilità per l’unico soggetto che, legittimamente, decide sugli acquisti.

“Sono rimasto prima molto meravigliato perché la squadra del Fenerbahce è entrata con un cartello di auguri rosa e nero e i nostri tifosi li hanno fischiati, è una vergogna, non sono i tifosi del Palermo questi, è stata un´evoluzione in negativo….Qui non ci si rende conto che i fischi, le contestazioni, fanno assorbire alla squadra negatività, si fa perdere ai giocatori la fiducia. Ecco, a Novara prenderemo bastonate perché lì c’è tantissimo entusiasmo per la promozione appena conquistata”.

A parte il fatto che quei fischi li ha sentiti solo lui, la questione dell’entusiasmo dei tifosi è quanto di più assurdo si possa ascoltare. Prendiamo spunto dallo slogan della fallimentare campagna abbonamenti di quest’anno dove, sullo sfondo di un’immagine dell’Olimpico vestito di rosanero, si legge “Fu solo l’inizio”. Dov’era Zamparini quando i nostri giocatori e Rossi si abbracciavano in lacrime sotto quella Curva ? Già davanti ai microfoni ad accusare di furto gli avversari, definiti “la Banda Bassotti”. Davvero un bel modo di ringraziare i tifosi per i sacrifici sostenuti per seguire la squadra e di alimentare il loro entusiasmo. Quale differenza con il comportamento tenuto nello stesso stadio da Renzo Barbera in circostanze ancor più “estreme”.

“I palermitani devono crescere da soli, io non posso avere quella passione nell’educare la gente che ha Pozzo che è di Udine. A un certo punto se mi contestano posso solo andar via….il tifoso che vuole castigare la società non ha capito che io li saluto, così castigano loro stessi, io mica sono nella mia terra, sono affezionatissimo a Palermo ma non sono di Palermo”.

Ha ragione da vendere: a lui le parole “Conca d’Oro” ricordano solo un Centro Commerciale. Poteva farla prima questa dichiarazione. Evitando a me il fastidio di scrivere queste riflessioni e a tutti voi il tedio di leggerle fino alla fine.


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