CATANIA – Ci sono quattro nuove isole ecologiche, a Catania. Sono pronte, non manca praticamente niente. Però di aprirle, ancora, non se ne parla. Il motivo è che, semplicemente, non si sa ancora chi dovrà gestirle. Se le stesse aziende che si occupano della raccolta dei rifiuti in città o se, invece, sarà necessario fare una nuova procedura di gara. Con tutte le conseguenze, soprattutto in termini di lungaggini burocratiche, del caso.
I fondi Pon Metro
Tecnicamente, si chiamano centri comunali di raccolta. Sono stati realizzati con i fondi del Pon metro 2014-2020: 5.777.000 euro, divisi tra le quattro strutture. Una a San Giuseppe La Rena, una a Librino, una a Borgo-Sanzio e l’ultima a Nesima, in via Montenero. In teoria, stando al progetto, servono a incentivare “la diffusione di comportamenti virtuosi tra i cittadini”. E a risparmiare, naturalmente.
Anche perché è previsto un sistema di riconoscimento degli utenti tramite la tessera sanitaria. Una delle famose “premialità” derivanti dal fare correttamente la raccolta differenziata: porti la tua immondizia al centro comunale di raccolta? Il Comune ti accredita “eco-punti da scontare sulla tariffa della Tari e su altri servizi complementari“.
Pronti ma inutilizzati
Secondo le scadenze, i centri comunali dovevano essere pronti entro il 31 dicembre 2023. Ma, tra un ricorso al Tar e qualche imprevisto, è praticamente adesso che le isole ecologiche sarebbero pronte per essere aperte. Perfino la questione più lunga, cioè il ritardo nell’allaccio dell’energia elettrica da parte dell’Enel, è quasi risolto. Il fatto è, però, che non si sa chi dovrà gestire gli spazi.
“Per garantire un passaggio di consegne più fluido possibile, stiamo affrontando anche questo tema con gli uffici”, garantisce a LiveSicilia l’assessore ai Rifiuti Salvo Tomarchio. L’esponente della giunta di Enrico Trantino è sul punto di abbandonare Palazzo degli elefanti per raggiungere Palazzo d’Orleans, dove sostituirà l’onorevole e collega di partito (Forza Italia) Marco Falcone, in partenza per Bruxelles dopo avere ottenuto un seggio alle elezioni europee 2024.
Il problema della gestione
Prima di lasciare Catania per Palermo, però, Tomarchio ammette che il tema della gestione dei centri comunali di raccolta esiste. E non è ancora stato risolto. “È ovvio che vorrei consegnarli il prima possibile alla cittadinanza – aggiunge – Ma bisogna capire come fare”. Perché per mandare avanti un’isola ecologica servono soldi: bisogna pagare il personale, innanzitutto, e poi essere in grado di fare fronte alle emergenze.
Servono, insomma, varie professionalità. E non si è capito ancora da dove prenderle. Né sulla base di quali criteri. Una delle opzioni sul piatto è di chiedere, probabilmente con una variante rispetto all’aggiudicazione della gara d’appalto settennale, alle aziende che già si occupano della raccolta dell’immondizia. Cioè il Consorzio Gema, Ecocar e Supereco. Naturalmente in base al lotto di riferimento.
Cioè, per esempio: l’isola ecologica di via Montenero, tra il viale Mario Rapisardi e corso Indipendenza, spetterebbe al consorzio Gema. Il quale, però, ha già usufruito di una variante milionaria rispetto al contratto d’appalto. Tramite questi soldi in più, sono stati garantite – da ottobre 2023 – un centinaio di stabilizzazioni. Di operai passati dai contratti a tempo determinato a contratti a tempo indeterminato.
“Valuteremo se, con l’ottimizzazione di alcune risorse, riusciamo ad aprire le isole ecologiche anche senza aggiungere ulteriori cifre al contratto”, spiega ancora Tomarchio. Un taglia di qua e aggiungi di là che, in un settore come quello dell’immondizia, potrebbe rivelarsi problematico. Anche perché il “quinto d’obbligo” contrattuale in più, a Gema, è già stato chiesto.
Resta sempre l’opzione di fare una gara d’appalto ad hoc per la gestione di questi quattro nuovi ccr. Ma non è chiaro se dovrà occuparsene Palazzo degli elefanti oppure la Srr (Società regolamentazione rifiuti) Catania metropolitana, che si occupa di coordinare – e controllare – che tutto sia in regola. Per stabilire a quanto questa gara dovrebbe ammontare, potrebbero anche essere chiesti preventivi alle ditte attualmente a lavoro con il municipio.
Il precedente di Nesima
La questione resta aperta, mentre le isole ecologiche complete restano chiuse. Una storia che ricorda quella di via Generale Ameglio, a Nesima, dove il centro di raccolta comunale – nell’attesa dell’apertura, nonostante fosse pronto – è stato prima vandalizzato e poi trasformato in discarica abusiva. Ci sono voluti anni perché diventasse, nel 2020, un “punto di ritiro eco-mobile” gestito, ai tempi, dalla Dusty.
“Il mio obiettivo era e resta di avere 12 isole ecologiche dislocate in tutta la città di Catania – conclude Tomarchio – C’è un plafond alla Regione, ci sono altri sei progetti pronti negli uffici, stiamo aspettando che si aprano le finestre per ottenere questi finanziamenti. Il mio lavoro, anche all’Ars, sarà di vigilare affinché gli iter di questi bandi siano accelerati”. Nel frattempo, però, l’incartamento è pronto a passare al suo successore. Chiunque egli sia.