“Ex Italcementi si riconsegni alla città, no a nuove costruzioni” - Live Sicilia

“Ex Italcementi si riconsegni alla città, no a nuove costruzioni”

Le parole del segretario regionale della Fillea Giovanni Pistorio: “Sappiamo i danni che le cementificazioni hanno prodotto a Catania”
LA DENUNCIA
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CATANIA. “Noi non siamo contro lo sviluppo. Tuttavia ci opponiamo all’idea di una nuova cementificazione dell’area dell’ex Italcementi. Aldilà di quanto bella possa essere la riqualificazione dell’area, riteniamo che essa non restituisca degli spazi ai cittadini. Sarà una nuova cementificazione e sappiamo i danni che le cementificazioni hanno prodotto a Catania”.

Il segretario regionale della Fillea Cgil Sicilia Giovanni Pistorio non entra nel merito della campagna di denuncia del sindacato. Le ragioni saranno illustrate fra tre giorni, mercoledì 19 luglio alle 10,15 proprio nell’area ex Italcementi (via Maria S.S. Assunta, traversa via Cristoforo Colombo dinnanzi il civico 54).

Nel corso dell’incontro pubblico con i giornalisti saranno illustrate tutte le perplessità relative a quella che il sindacato ritiene una “nuova speculazione edilizia” a Catania. Oltre al segretario generale della Cgil di Catania, interverranno il segretario generale della Fillea Cgil di Catania, Vincenzo Cubito.

Ci sarà per l’appunto Pistorio, i presidenti di Arci Catania, Matteo Iannitti e Nancy D’Arrigo, la giornalista Luisa Santangelo e Giovanni Caruso, responsabile della redazione de “I siciliani giovani”. “Noi riteniamo che interessi fortissimi abbiano fatto sì che non si arrivasse al nuovo Prg, in passato – afferma Pistorio -. Questo al fine di andare avanti senza strumenti urbanistici in un’opera di cementificazione disordinata, che, ritengo sia sotto gli occhi di tutti, ha reso vulnerabile la città”.

Secondo la Fillea Cgil, questo fiume di cemento negli anni ha reso la città vulnerabile agli eventi estremi, ma anche a quelli ordinari. Basti pensare al problema idrogeologico e alle emergenze che si sono verificate in corrispondenza di bombe d’acqua o nubrifragi.

E il tutto nascerebbe da speculazioni edilizie connesse, in qualche modo, alle enormi colate di cemento degli ultimi anni. “Mentre in tutto il mondo si mettevano in campo misure de-speculative, si interveniva de-cementificando, a Catania si è favorita la speculazione”, continua Pistorio. Il segretario sottolinea che la questione riguarda negli anni la città, indipendentemente dall’essere amministrata da giunte di destra e di sinistra.

“Questa situazione ha favorito l’insorgenza di commistioni tra gruppi criminali, certa politica, certa burocrazia e la mafia – conclude -. Interessi dei capitali, non sempre legali, hanno fatto sì che, tra l’altro, oggi a Catania abbiamo una cementificazione enorme. Ci sono 13 centri commerciali e sono state cementificate tante aree, anche a ridosso di torrenti e defluvi di acqua”.

Insomma: il “vecchio cemento”, che anche oggi torna a occupare spazi vitali in città, in barba alle nuove logiche di rigenerazione urbana, sarà al centro di una campagna di denuncia curata dalla Fillea Cgil di Catania insieme ad Arci e ai Siciliani Giovani.

Già dal 6 luglio il gruppo ha lanciato la campagna sociale “Quale piano per la città?”, per denunciare gli abbandoni, le speculazioni e gli affari illegali gestiti da gruppi di potere, spesso in combutta con interessi criminali. Se ne parlerà mercoledì.


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