“Italian food experience” |L'incontro tra turismo e gastronomia - Live Sicilia

“Italian food experience” |L’incontro tra turismo e gastronomia

A Catania una nuova tappa del progetto itinerante che sposa turismo consapevole e cultura gastronomica

CATANIA – Tre giorni all’insegna del turismo e della buona tavola: dal 15 al 18 Settembre Catania presenta il cibo e le tradizioni locali ad agenti d’acquisto, operatori turistici, giornalisti e food blogger provenienti da Bulgaria, Danimarca, Olanda, Francia, Polonia e Repubblica Ceca. L’evento, ”Experience Italy South and Beyond” inserito nel quadro del progetto “ItalianfoodXP”, è organizzato dall’ Istituto Nazionale Ricerche Turistiche delle Camere di Commercio, e patrocinato dal Ministero per i Beni Culturali e il Turismo.

“Tra gli obiettivi di questa iniziativa, quello di creare reti di rapporti commerciali per valorizzare il made in Italy in Europa e nel mondo, contro la comune omologazione”, dichiara la dott. Carola Cucchi dell’ISNART, “e ciò che vogliamo offrire ai turisti è un’esperienza sensoriale profonda”. L’iniziativa è pensata per una categoria, sembra, in via di diffusione: ospiti curiosi e aperti all’esperienza gastronomica dalla quale, si sa, può passare parte del “gusto” di un luogo; viaggiatori che si definiscono “food trotter” o addirittura gastronauti, pronti poi -tramite i social network- ad immettere nel mondo elettronico anche le immagini del bello e del buono gustato in vacanza.

Tale il quadro delineato dalla geografa Teresa Graziano, che ribadisce l’esigenza di una sempre più stretta collaborazione tra produttori e circuiti turistici. “Nel corso del tempo i governanti non hanno fatto mai molto per la Sicilia”, afferma Alfio Pagliaro, segretario della Camera di Commercio, “ma gli imprenditori si: a riprova che puntare sui prodotti tipici è un’idea vincente”. Non di uno sfruttamento fine a se stesso, tuttavia, si parla:  “Visitare la Sicilia vuol dire immergersi nella storia di tutti i popoli che l’hanno conquistata, ma che le hanno pure lasciato un proprio frammento”, prosegue Pagliaro, ammiccando agli stranieri presenti:  “E questo s’intuisce immediatamente nei nostri sapori: nella mescolanza degli ingredienti di un piatto come la caponata c’è un gusto che non ritroverete in nessun’altra parte del mondo”.

Distesi e molto inclini a provare gusti genuini sono, in effetti, i presenti. E gli espositori -provenienti da tutta l’isola- sono colmi di orgoglio per il proprio lavoro, ed amano raccontarsi. Tutti sviluppano l’idea di una produzione schietta, genuina, legata a ritmi naturali: quella che comunemente si definisce biologica. Ma il “bio” non nasce oggi: talvolta può contare su retaggi antichi. E’ il caso dell’azienda agricola Santa Catrini, che porta nel presente la stessa cultura agricola di due secoli fa. “Vogliamo produrre a livello artigianale, sostenibile, mantenendo coi clienti un rapporto diretto”, ci racconta il proprietario. Olio, miele ibleo e mandorle i principali prodotti dell’azienda di Melilli, che valuta di aprirsi anche a livello agrituristico; ma, si precisa, “non in stile alberghiero: vogliamo offrire l’opportunità reale di vivere la campagna”. Piccole e piccolissime imprese si mettono in gioco, riuscendo effettivamente a farsi strada con la particolarità dei propri prodotti: come i fratelli Motta, di Paternò. Puntando sulla qualità degli ingredienti – principalmente mandorle di Avola e pistacchi di Bronte – i due fratelli realizzano una serie di dolci, tra i quali spiccano i panettoni con lievito madre, ma anche una nutrita schiera di preparazioni tradizionali quali paste di mandorla, scorzette e croccanti; i prodotti arrivano ben oltre il mercato europeo, riscuotendo successo fino in India e Giappone. Di olio biologico si occupa l’azienda Cataldi, che adotta i metodi biologici fin dal suo esordio.

“Abbiamo ottimi riscontri all’estero, dove questa cultura è già radicata”, dice Corrado Cataldi, “per portarla avanti occorre attenzione, rispetto delle regole e…crederci”. L’azienda organizza anche momenti culturali, nei quali alla spiegazione del ciclo dell’olio si accompagnano le degustazioni; il fatto di lavorare con una cooperativa di produttori -Agrinova Bio- permette poi di mantenere prezzi ragionevoli, sfatando così l’idea non sempre corretta secondo la quale “il prodotto biologico è troppo costoso”. Tra lenticchie nere e pesche di Leonforte (curate una ad una per evitare gli antiparassitari), conserve senza zuccheri raffinati e vini che conservano ancora l’aroma del Tirreno, percepiamo cosa significhi “cultura gastronomica” e quale ricchezza possa apportarvi la Sicilia. Del resto la dieta mediterranea è persino patrimonio Unesco.

 


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