PALERMO– Ci sono storie che cambiano senso, quando la speranza le ha intercettate nel mare di disperazione su cui viaggiavano. Scrive sui social, Pietro Bartolo, eurodeputato del Pd, già medico di Lampedusa: “Molti di voi questa storia la conoscono bene, perché mi è rimasta nel cuore e non ho mai smesso di raccontarla. È la storia di Kebrat, una ragazza arrivata sul molo di Lampedusa senza polso, senza battito, durante il naufragio del 3 ottobre 2013. Sembrava morta, era già in un sacco, con la cerniera chiusa. Dovevo soltanto costatarne il decesso. Eppure, ho sentito qualcosa, ho auscultato meglio. È stata una corsa contro il tempo, l’ambulatorio, il primo soccorso, il trasporto in elicottero fino al reparto di rianimazione più vicino. Non era finita, per Kebrat. Oggi gli amici del Comitato 3 Ottobre mi hanno fatto questa sorpresa immensa, hanno portato Kebrat qui, in Parlamento Europeo a Bruxelles. I nostri occhi lucidi dicono il resto. Grazie”.
Segue la foto di una giovane donna sorridente che è tale perché qualcuno credette nella speranza. Contro ogni disperazione.