PALERMO – Il nipote sarebbe stato il mandate, lui – il pentito Sergio Macaluso – l’esecutore materiale di due omicidi avvenuti a Partinico.
Macaluso è stato il reggente del mandamento di Resuttana. Quando nei mesi scorsi è stato arrestato ha deciso di collaborare con la giustizia. Innanzitutto ha svelato la sua vera identità: di cognome fa Lo Iacono perché è figlio di un mafioso di Partinico ed è fratello di Maurizio, che nel 2005 tentò la scalata al potere e fu crivellato di colpi.
Nello stesso blitz di Macaluso è stato arrestato il nipote Francesco Lo Iacono per un’intimidazione ai danni di un rivenditore di macchine. Con le dichiarazioni dello zio la sua posizione si è complicata, anche se non bastano le parole di un solo pentito per incriminarlo. Investigatori e pubblici ministeri sono al lavoro per cercare nuove prove.
Nel frattempo un verbale di Macaluso è stato depositato in Corte d’appello dove si sta celebrando un processo per droga. “Mio nipote è stato accusato da me di due omicidi dove le armi mi sono state fornite da lui – ha raccontato il pentito di Resuttana lo scorso 27 aprile – un fucile a canne mozze e due pistole calibro 38 a canne rifatte, perché queste erano pistole giù usate mi disse… quando mi accorsi che la canna era stata cambiata gli dissi: ‘Francesco ma sta pistola mi scoppia nelle mani?’… e lui mi disse: ‘No già è stata provata… sono già state usate queste pistole’…. erano pistole della buon’anima di mio fratello”.
E cioè di Maurizio Lo Iacono. Fu proprio per vendicare il fratello che il nipote lo avrebbe assoldato come killer: “Io mi sono trovato coinvolto in questi due omicidi per mandato suo perché mi disse che avevano ucciso mio fratello e che lui rischiava la vita e che l’avrei potuta rischiare anche io”.
E così partirono all’attacco. Resta da capire quali siano i due omicidi di cui parla Macaluso. Nulla trapela, ma le cronache dell’ultimo decennio circoscrivono il campo di indagine. Tra il 2007 e il 2009 a Partinico sono stati uccise diverse persone: i fratelli Giuseppe e Giampaolo Riina, figli di un imprenditore assassinato nel ’98 e accusato di avere coperto la latitanza di alcuni mafiosi; Giuseppe Lo Baido che nonostante gli scarni precedenti veniva descritto dagli inquirenti come un boss rampante vicino ai Nania Vitale “Fardazza”; Antonino Frisella, faceva il meccanico e fu inghiottito dalla lupara bianca; Giuseppe Cusumano, pestato e finito a colpi di pistola nel 2011.
È una guerra di mafia quella che si è consumata a Partinico e di cui non si conoscono ancora i particolari. Di due omicidi Macaluso ha svelato i retroscena.