La bancarotta dei supermarket: un catanese sul banco degli imputati

La bancarotta dei supermarket: un catanese sul banco degli imputati

Una vicenda che parte nel 2018

ENNA – La Procura di Enna accusa un professionista catanese, il commercialista C.P. di 54 anni, di essere l’organizzatore e il promotore della presunta bancarotta fraudolenta della Essebi Basile srl. La società gestiva due supermercati molto noti nella città di Enna. La sentenza di fallimento è stata depositata il 9 aprile 2018.

La good company

Secondo gli inquirenti, la società avrebbe utilizzato lo strumento della “good company”, su cui far transitare i beni della “bad company”. Il tutto allo scopo di distrarre beni per un valore complessivo di 280 mila euro, “cosi cagionando o concorrendo a cagionare il fallimento” della Srl.

Gli amministratori

A partire da giovedì 28 settembre saranno sotto processo in otto, tra cui C.P., difeso dagli avvocati Francesco Sanfilippo e Barbaro Di Mauro. Il dibattimento si aprirà dinanzi al Tribunale di Enna. Imputati sono i componenti della famiglia indicata come amministratrice “di fatto della società” Essebi Basile srl, ovvero G.G., F.G., A.G. e M.L.B., difesi tutti dall’avvocato Antonio Impellizzeri.

I presunti prestanome

Due catanesi, V.F. e D.F., sono ritenuti “prestanome” in quanto, rispettivamente, ritenuti amministratore legale e socio unico, della Essebi Basile srl. I due sono difesi dall’avvocato Gaetano Giunta. Vi è infine il siracusano M.V., ritenuto “prestanome” all’interno della Fabrea srls, “società semplificata con cento euro di capitale sociale”, che sarebbe stata “costituita ad hoc” il 31 luglio 2015 “per proseguire l’attività imprenditoriale di gestione supermercati”. M.V. è difeso dall’avvocato Emanuele Midolo.

L’accusa

Secondo l’accusa, i beni aziendali della srl sarebbero stati affittati “per un canone irrisorio e peraltro mai corrisposto” alla Fabrea. Società che sarebbe stata “formalmente riconducibile al prestanome M.V. ma di fatto amministrata sempre dalla famiglia G.B.”, per il tramite di apposito contratto di “affitto di ramo d’azienda”, che risale all’ottobre 2015.

In questo modo sarebbe transitata “tutta l’azienda (due supermercati con relativa merce) sotto la gestione della good company”, ovvero la Fabrea srls, mantenendo debiti e passività in capo alla cedente Essebi Basile srl”.

Il fisco

Gli stessi otto imputati sono accusati inoltre, sempre a vario titolo, di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. In concorso tra loro, per l’accusa, sempre con lo strumento della good company, avrebbero agito per “sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto”. O per sottrarsi a “interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte di ammontare complessivo superiore ad euro cinquantamila”. Vi sarebbero stati debiti tributari, relativi all’iva non versata della Essebi Basile srl al 28 febbraio 2018, pari a 162 mila euro.

L’aggravante

Al commercialista catanese C.P., in relazione ai debiti col fisco della società a responsabilità limitata, è contestata “l’aggravante ad effetto speciale” per “aver agito nell’esercizio dell’attività di consulenza fiscale svolta quale professionista attraverso l’elaborazione modelli di evasione fiscale”. Questa ipotesi è datata 9 aprile 2018.


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