Bara del pregiudicato al bar |I retroscena: Ieni e Bonfiglio - Live Sicilia

Bara del pregiudicato al bar |I retroscena: Ieni e Bonfiglio

Una lunga amicizia, la fuga dalla polizia, l'arresto e poi il tragico incidente. I retroscena dei sigilli al "Baretto".

TUTTI I PARTICOLARI DEL CASO
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Il Baretto chiuso dalla Questura (foto Laura Distefano)

CATANIA – Quando la bara, il 31 marzo, entra nel “Baretto” di fronte alla Questura di Catania per un attimo scende il silenzio. Siamo nel cuore della città, gli amici portano in spalla il feretro di Giacomo Bonfiglio, deceduto in un tragico incidente stradale, pregiudicato in strettissimi rapporti con Giacomo Ieni detto “Nuccio”, ritenuto elemento di spicco del clan Pillera – Puntina.

Il Questore Giuseppe Gualtieri pochi giorni dopo mette i sigilli al bar: ecco i retroscena.

IL COMMENTO – Il 29 marzo Giacomo Mario Bonfiglio sta percorrendo la via Acquicella Porto, accelera, ma un’auto all’improvviso sterza. Bonfiglio perde la vita, centinaia di persone arrivano sul posto perché è un uomo molto conosciuto. In calce all’articolo di Livesicilia viene postato un commento, ancora visibile, firmato da Nuccio Ieni in persona: “Oggi è un giorno triste e terribilmente doloroso anche per me che ero solo amico di Davide Bonfiglio. Oggi ho perso più di un amico,un ragazzo con una bella anima,fiero di dignità nei suoi valori morali che lo rendevano eccezionale! Questo il mio pensiero per ricordarti e amarti sempre! Nuccio Ieni”.

La foto di Ieni a sx e Bonfiglio a dx dopo l'arresto

L’ANTEFATTO – Il 31 ottobre del 2015 alcuni agenti della mobile notano, all’interno di un Suv,  Nuccio Ieni, destinatario di una misura di prevenzione della sorveglianza speciale che dovevano notificargli. Gli agenti si qualificano, a guidare l’auto è proprio Giacomo Bonfiglio, che ingrana la marcia e si dà alla fugaInizia un lungo inseguimento che finisce all’altezza di piazza Verga, dove Bonfiglio innesca la retromarcia e travolge l’auto della polizia ferendo un agente. Come in un film.

IL SEQUESTRO – Nell’estate del 2015 il sindaco di Catania inaugura con la giunta la strada degli artisti insieme al titolare dell’empire Domenico Di Bella. Incrociando i dati di un provvedimento di confisca, chiedendo conferma all’allora procuratore Michelangelo Patanè, Livesicilia scopre che Di Bella era accusato di essere “prestanome di Nuccio Ieni. Solo l’ultimo tassello di un impero da 4milioni di euro creato, secondo le ipotesi degli inquirenti, all’ombra della mafia. Il 31 marzo del 2016 per Ieni arriva la sentenza di condanna a 9 anni all’interno del processo Atlantide, contro il clan Pillera – Puntina.

I FUNERALI – Trentuno marzo 2017, un anno dopo la condanna di Ieni ci sono i funerali di Bonfiglio. Stesso giorno. Si incrociano dolore e destino. Bonfiglio ha una rosticceria a Picanello, gli amici lo portano in spalla nel bar di fronte alla Questura. L’ultimo saluto. Scattano i sigilli.

 

 


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