PALERMO – Non è ancora chiaro cosa sia accaduto. Di certo Manfredi Lombardo, gestore del Kalandria, è stato arrestato per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Dopo la convalida del fermo il giudice gli ha imposto l’obbligo di firma.
È successo tutto ieri notte nel locale notturno di via Plauto, a Sferracavallo, dove era in corso una festa privata. Ad un certo punto è scoppiata una rissa. È stato lo stesso Lombardo a chiamare i carabinieri mentre i suoi buttafuori allontanavano i facinorosi che probabilmente avevano alzato il gomito.
Quando sono intervenuti i militari hanno chiesto i documenti a Lombardo. Da qui probabilmente la reazione del gestore del locale, molto noto in città. Secondo i militari, si sarebbe rifiutato di farsi identificare. Sarebbero volate parole grosse, fino a quando i carabinieri del Nucleo radiomobile non hanno imposto a Lombardo di seguirlo in caserma.
Stamani Lombardo si è presentato in Tribunale accompagnato al suo legale, l’avvocato Mario Monaco. Siamo in attesa di conoscere la versione del gestore del locale notturno.
Ecco la versione raccontata da Manfredi Lombardo: “Sono sceso nel locale intorno a mezzanotte, c’era un ubriaco molesto che picchiava la fidanzata. I mie buttafuori hanno cercato di calmare la situazione. Poi ha iniziato a disturbare i clienti. Lo abbiamo allontanato e chiamato i carabinieri”.
Ed ancora: “Quando dico loro che non avevo i documenti con me, mi hanno chiesto di seguirlo. Mi hanno tirato per un braccio. Io che ritengo di non essere un criminale, mi sono allontanato e ho detto che non ritenevo corretto il loro modo di operare. Mi sono divincolato e mi hanno ammanettato davanti a trecento persone. Sfido chiunque che si trova ammanettato senza avere fatto nulla a mantenere la calma. Ci sono dei testimoni che possono raccontare come sono andate le cose. Mai mi sarei sognato di essere ammanettato nel mio locale, è un paradosso. A questo punto mollo tutto, non c’è motivo di restare in questa città. Non ne vale la pena”.