Con la penna di Salvo Toscano e con i nostri aggiornamenti vi abbiamo raccontato la storia di un crollo. Da questo momento in poi, vorremmo raccontarvi la storia di una ribellione.
E’ il terribile dono di tutte le macerie del mondo: la necessità di ricostruzione; ma quaggiù, in Sicilia, c’è la metafora a soccorrerci, a raddoppiare il peso dei significati in gioco. Questa terra ha bisogno di essere rifatta da capo a piedi, ricominciare dal grottesco cedimento di un pilone può essere un’opportunità.
LiveSicilia ha deciso di raccogliere l’urgenza della battaglia. Non ci limiteremo a svolgere il compito di scrupolosi cronisti, rappresenteremo un pungolo, per dare sfogo a quei siciliani che non si rassegnano a un amore spezzato in due, nello snodo che è insieme fisico e metaforico.
Eppur qualcosa si muove. La piazza di Facebook ha drizzato le antenne, con la nascita di un gruppo – “Adesso basta” è il suo titolo inequivocabile – che ha già raccolto quindicimila adesioni. La sua ragione sociale è descritta con chiarezza: “Ognuno di noi coinvolga i suoi amici e cominci a chiedere informazioni a commercialisti, avvocati su cosa succede se un popolo (perché tale dobbiamo essere) decide di non pagare le tasse fino a quando non ci restituiscono l’autostrada e le strade provinciali dissestate!”.
E’ il sassolino di una benefica frana a venire. Ed è l’affermazione di un elementare diritto di cittadinanza: pago, dunque voglio i servizi. Non siamo più disposti indossare la livrea dei sudditi che accedono alla politica per via delle anticamere. Vogliamo un discorso alla luce del sole, con interlocutori precisi. Ecco perché da un’ipotetica bretella può scaturire un processo virtuoso e diffuso.
Fin qui vi abbiamo raccontato la storia un crollo. Da ora in poi ci piacerebbe raccontarvi la nascita di una speranza.