L'indignazione via social produrrà al massimo una fiaccolata. Al tempo dei lenzuoli ai balconi l'indignazione (senza social) dei palermitani e con essa quella degli altri italiani costrinse lo Stato ad intervenire finalmente con decisione col risultato di sconfiggere la mafia stragista. Qui non si vuol paragonare questo tipo di violenza alla mafia, ma il comportamento di tutte le parti in tragedia è identico a quello degli anni che hanno preceduto il 1992. I palermitani perbene si convinceranno che in fin dei conti se conosci un pericolo lo eviti, certo si può protestare con una tazza di cioccolata in più e indignarsi quanto basta. Le istituzioni locali o, carte alla mano, già l'hanno detto: qui non è il Bronx, o non hanno speso una sola parola, manco a pagarlo. Per fare solo i cognomi Lagalla e Schifani. Magistratura e forze di polizia hanno “sottovalutato il fenomeno”a voler essere buoni, perché gli omicidi di Monreale dovevano segnare una svolta, e così non è stato. Ci manca solo che un ministro, come fu per la mafia, ci dica “con la violenza bisogna imparare a convivere”. Quel ministro di cognome faceva e fa Lunardi.
La metafora cinematografica è quanto mai azzeccata, infatti il Titanic affonda per la protervia e la cialtroneria nel non considerare precisi segnali sul non gioco di Corini che, ormai ha collezionato anche il record delle sconfitte in casa, trasformando , così, un punto di forza in una irrecuperabile, vergognosa debolezza.