La carica dei centomila lavoratori | Figli e figliastri di mamma Regione - Live Sicilia

La carica dei centomila lavoratori | Figli e figliastri di mamma Regione

Protesta a Palazzo d'Orleans

Un esercito in crisi. Impiegati, forestali, lavoratori delle province, precari: storie diverse e malessere comune. Tutti appesi alle decisioni dei palazzi del potere. E ad un futuro sempre più incerto.

Tagli e proteste
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PALERMO – Immaginarli tutti insieme è difficile. Una folla impossibile da contenere per le piazze “deputate” alla protesta: né piazza Indipendenza, né piazza del Parlamento riuscirebbero ad accogliere i siciliani che attendono qualcosa, uno stipendio, una notizia dalla Regione. I “figli” di una Sicilia di impiegati, dove il “posto pubblico” riguarda almeno centomila persone.

Figli di mamma Regione, dicevamo. In qualche caso figliastri. In altri persino orfani di quella che una volta fu una madre generosa. Ieri è toccato ai dipendenti regionali e ai forestali, che torneranno in piazza già il prossimo venerdì. In passato è stata la volta delle “marce della Formazione professionale”, delle proteste dei precari degli enti locali, dei dipendenti delle Province oggi senza un futuro chiaro.

Hanno protestato ieri. E alla fine si sono dati appuntamento a questo pomeriggio, quando incontreranno nuovamente il presidente Crocetta e mezza giunta. Salvo sorprese, venerdì sciopereranno in massa, col fronte sindacale unito. I dipendenti regionali sono da giorni sul piede di guerra. Il “pacchetto Baccei” non piace. Prepensionamenti, riduzioni dei permessi sindacali, abolizione della clausola di salvaguardia per i dirigenti, e in generale un adeguamento ai parametri statali anche per le pensioni. Ed è guerra, appunto. Migliaia di ombrelli si sono aperti ieri di fronte a Palazzo d’Orleans. In tutto, sono circa ventimila. Presto potrebbero tornare. Insieme a tanti altri.

Ai forestali, innanzitutto. E il numero qui è persino più elevato. Anche se la condizione lavorativa è assai differente. Sono quasi 25 mila i lavoratori inclusi nell’universo forestale. A dirla tutta, i lavoratori a tempo indeterminato ammontano a circa un migliaio. Il resto è composto da lavoratori a tempo determinatissimo; 78, 101 e 151 giornate in tutto. Il resto dell’anno, però, ecco la disoccupazione. Un bacino di circa 25 mila persone, quindi. Tra questi, settemila sono quelli del cosiddetto “antincendio”. Anche per loro, in Finanziaria qualche amarezza da buttare giù, compresi i tagli agli stipendi. E anche loro sono pronti a “incendiare le piazze”, dove in passato sono scesi più volte gli ex Pip di “Emergenza Palermo”: per loro, circa tremila, l’Ars si è affrettata ad approvare, a ridosso di Natale, una proroga pari alla durata dell’esercizio provvisorio: ma il 30 aprile si avvicina. E il finanziamento per il sussidio dovrà nuovamente trovare posto nella legge di stabilità.

Poi c’è la categoria dei “sospesi”. Di chi non ha e non può avere, oggi, nessuna idea certa sul proprio futuro. È il caso dei dipendenti delle società partecipate regionali. Il governo pare ormai indirizzato, infatti, a escludere la materia delle spa regionali dal testo della Finanziaria. Cosa resterà, allora, della galassia fatta da oltre 30 società quasi tutte in rosso? Qualche risposta arriverà nelle prossime settimane, quando l’esecutivo interverrà in via “amministrativa”. Non attraverso una legge, quindi. Ma tramite atti burocratici che verranno sottoposti al vaglio della Corte dei conti. Verrà deciso in quella sede, insomma, quali aziende dovranno essere chiuse e quali mantenute. E anche le eventuali procedure di mobilità del personale. Quel mondo, oggi, dà lavoro a oltre settemila persone. Tante quante sono quelle che ruotano attorno al mondo della Formazione professionale. Tra dipendenti degli enti ancora in attesa del varo della nuova annualità dei corsi, ex addetti agli “sportelli multifunzionali” che vedranno scadere il proprio contratto proprio nei prossimi giorni per finire con i lavoratori transitati al Ciapi di Priolo dopo il definanziamento degli enti “cattivi”, sono in settemila ad attendere una riforma organica del settore. Annunciata tante volte. Data per “fatta”. Ma ancora in alto mare.

Come è in clamoroso ritardo la riforma delle Province. E il destino dei lavoratori sarà chiarito solo nel testo che attualmente sosta sulla scrivania della commissione Affari istituzionali all’Ars. Circa 5.600 dipendenti attendono di capire che fine faranno e in qualche caso se e dove verranno “ricollocati”. Mentre i circa 800 dipendenti delle Partecipate provinciali (Palermo Energia, della Caltanissetta Service, della Siracusa Servizi e della Publiservizi Spa) rischiano persino il licenziamento.

E se per migliaia di persone il futuro è incerto, per tanti altri una data “di scadenza” c’è già. E dovrà essere nuovamente negoziata. È quella dei precari degli enti locali. Più di 22.400 lavoratori che attendono quasi sempre allo scadere dei loro contratti, il rinnovo. Un rinnovo assicurato solo fino al 31 dicembre 2015 e che non potrà essere infinito. O i Comuni sono nelle condizioni di stabilizzarli (e molti di questi sono in situazioni economiche allarmanti), o quei lavoratori dovranno andare a casa. Abbandonati da mamma Regione.


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