La casa c'è ma non si vede |Gli immobili fantasma del Comune - Live Sicilia

La casa c’è ma non si vede |Gli immobili fantasma del Comune

Palazzo delle Aquile

Gli immobili dichiarati dal Comune e quelli catastati non combaciano. Gentile avvia una verifica.

PALERMO – Il Comune di Palermo possiede case, uffici e magazzini, ma non lo sa. Sono gli immobili fantasma, beni di proprietà dell’amministrazione comunale che però non li ha registrati nei propri elenchi. Una mancanza di informazioni sul proprio stesso patrimonio che potrebbe diventare un danno economico.

Gli immobili ci sono, ma non sono registrati nell’elenco del Comune: a scoprirlo è Gaetano Benanti, ingegnere palermitano, che ha confrontato i dati reperibili sul sito del Comune con quelli del catasto nazionale. I documenti utilizzati da Benanti sono soprattutto due: un elenco che riportava la situazione del patrimonio comunale alla fine di maggio del 2016, e gli open data su tutti gli immobili comunali alla fine del 2016. Benanti ha riportato i dati del Comune su un programma di geolocalizzazione e mappe, e poi ha confrontato il risultato ottenuto con le mappe del catasto. In entrambi i casi, Benanti ha trovato delle discrepanze: “Secondo i dati dello stesso comune – dice il professionista – nel maggio 2016 l’amministrazione possedeva 12.782 immobili, mentre al catasto nazionale nello stesso periodo ne risultavano circa 15mila”. La stessa cosa succede utilizzando gli open data comunali che si riferiscono alla fine del 2016: “In questo caso – dice Benanti – al Comune risultano poco più di 8 mila immobili, contro i 16mila contabilizzati al catasto”.

Ci sarebbero quindi migliaia di immobili di proprietà del Comune che la stessa amministrazione non avrebbe inserito nei suoi elenchi. Una mancanza che potrebbe tradursi in problemi amministrativi: “Nel momento in cui non si ha consapevolezza di un patrimonio immobiliare – dice Benanti – questo non può essere gestito: non si possono gestire gli affitti, non si sa chi li deve pagare. Oppure, ad esempio, se alcuni immobili sono stati venduti e non è stata fatta la voltura vuol dire che c’è qualcuno che dovrebbe pagare le tasse e non lo sta facendo”. Secondo alcuni dei controlli effettuati da Benanti, inoltre, ci sarebbero proprietà accatastate due volte, come parcheggi che risultano registrati nell’anagrafe terreni come agrumeti.

“Ho avuto notizia di questa supposta differenza e ho dato mandato di verificarne la fondatezza”: Antonio Gentile, assessore al Bilancio e al Patrimonio, attende le verifiche degli uffici competenti prima di esprimersi sulla questione. “Non dubito della veridicità e buona fede di questo studio – dice Gentile – ma prima di poter prendere qualsiasi provvedimento occorre verificare. Se il divario tra elenchi comunali e del catasto comunale fosse fondato passeremo a studiarne le motivazioni”.

Intanto continua l’azione del Comune per recuperare le somme dei “grandi morosi”, privati che hanno avuto in affitto beni comunali ma non pagano il canone da molto tempo. L’operazione, iniziata con lo sgombero del Bar Lincoln, è entrata nella fase dell’invio di ingiunzioni ad altri quattordici debitori. Trascorsi trenta giorni dall’ingiunzione ogni moroso avrà la possibilità di pagare il dovuto o di chiedere la rateizzazione del debito. Se non sarà possibile nessuna di queste due opzioni, il Comune procederà allo sgombero e al recupero del bene.


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